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Primo interrogatorio per Salah, che non parla. L’avvocato: “Lo farà più avanti”

L’audizione di Salah Abdeslam è terminata senza che l’uomo accusato degli attentati del 13 novembre proferisse parola. Uno dei suoi avvocati ha detto che parlerà in seguito.
A cura di Susanna Picone
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Salah Abdeslam, l’unico sospetto terrorista sopravvissuto agli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, è arrivato questa mattina al Palazzo di Giustizia della capitale francese per essere interrogato per la prima volta dai giudici antiterrorismo. L’uomo, 27enne marocchino naturalizzato belga, è stato fatto uscire dalla sua cella nella prigione di Fleury-Merogis, alla periferia meridionale di Parigi, al mattino presto e il suo convoglio, circondato da enormi misure di sicurezza, è arrivato intorno alle 7:15 nella sede giudiziaria per un interrogatorio, il primo in Francia, molto atteso perché considerato di fondamentale importanza per il prosieguo delle indagini sugli attentati terroristici di novembre. Ma Salah ha scelto di fare scena muta avvalendosi della facoltà di non rispondere. “Oggi non ha voluto parlare. Lo farà più in là”, ha reso noto uno dei suoi avvocati, Frank Berton. “Si sente spiato 24 ore su 24 – ha dichiarato l’avvocato Berton – la video-sorveglianza che gli è stata imposta dal ministero della Giustizia è fuori legge, al di fuori di qualunque quadro giuridico. Sembra che gli si voglia riservare un trattamento diverso per convincerlo a collaborare con gli inquirenti”.

L’arresto di Salah Abdeslam in Belgio poco prima degli attentati di Bruxelles – Salah Abdeslam è stato arrestato dopo una lunga latitanza a Molenbeek, il comune della capitale belga dove è cresciuto. La polizia lo ha fermato il 18 marzo, pochi giorni dunque prima degli attentati nella metropolitana e nell’aeroporto di Bruxelles. Il mese scorso è stato poi estradato in Francia. Il suo avvocato in Belgio, Sven Mary, in una intervista ha usato parole forti per definire Abdeslam: lo ha etichettato come “un povero imbecille con l’intelligenza di un portacenere vuoto”, e “un seguace piuttosto che un leader”.

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