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Polonia, Greenpeace: “Trovato sito illegale di stoccaggio di plastica proveniente dall’Italia”

Quarantacinque tonnellate di rifiuti di plastica sono stati trovati in un ex distributore di carburanti a Gliwice – Polonia – da parte degli attivisti di Greenpeace: “È una situazione inaccettabile che vanifica gli sforzi quotidiani di migliaia di cittadini nel separare e differenziare correttamente i rifiuti”.
A cura di Davide Falcioni
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A poco più di un mese di distanza dalla scoperta di un sito illegale di stoccaggio di rifiuti italiani in Turchia da parte degli attivisti di Greenpeace una scoperta simile e ugualmente preoccupante è stata fatta in Polonia: in un ex distributore di benzina nell’area di Gliwice, infatti, sono stati trovate 45 tonnellate di rifiuti di plastica in parte provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani. La scoperta è stata fatta ancora una volta dall'Unità Investigativa di Greenpeace che, recatasi sul posto, ha verificato la presenza di un centinaio di balle di rifiuti in plastica di cui, tra quelle accessibili, almeno 50 di provenienza italiana. L'Ong ha commentato: "È una situazione inaccettabile che vanifica gli sforzi quotidiani di migliaia di cittadini nel separare e differenziare correttamente i rifiuti, e che conferma ancora una volta che il sistema non riesce a gestire in modo appropriato l’enorme quantità di rifiuti in plastica. Riciclare non è la soluzione, è necessario ridurre subito la produzione a partire dall’usa e getta".

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Le fotografie diffuse da Greenpeace sembrano non lasciare molto spazio a interpretazioni: nelle balle di rifiuti plastici si vedono etichette di noti prodotti italiani e – almeno in una – quella dell’impianto italiano della ditta Di Gennaro S.p.A., centro di selezione (CSS) operante anche nella filiera Corepla. "Proprio la spedizione effettuata dall’azienda Di Gennaro S.p.A., tramite l’intermediario (AGF Umbria), da oltre un anno è al centro di un contenzioso tra Polonia e Italia. A giugno 2018 – spiega l'associazione – l’Ispettorato generale per la protezione ambientale polacco (GIOS), ha contestato alcune anomalie alle autorità italiane, riguardanti la spedizione. In particolare, nel report di GIOS si fa riferimento, oltre allo scarico dei rifiuti in un sito diverso da quello indicato nei documenti, ad un’errata attribuzione del Codice Europeo del Rifiuto (CER). Per tali ragioni, secondo le autorità polacche si tratterebbe di un trasporto illegale di rifiuti”.

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Secondo le autorità italiane (UOD Autorizzazioni Ambientali e Rifiuti di Napoli) non ci sarebbe niente di irregolare nella vicenda: "I rifiuti sono stati recuperati secondo la legge”, hanno dichiarato, negando “che ci sia alcuna prova ufficiale che la spedizione è stata eseguita illegalmente e che i rifiuti siano stati scaricati al di fuori dell’impianto di recupero”. Dello stesso avviso le aziende AGF Umbria e Di Gennaro S.p.A.

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