
Prima regola del Fight Club: Donald Trump non va mai preso alla lettera, ma va sempre preso sul serio. Tradotto: tutte le sue rozze semplificazioni sono banalizzazioni a uso e consumo di un’opinione pubblica trattata alla stregua di un bambino di otto anni, ma nel contempo indicano chiaramente la direzione che vuole prendere la Casa Bianca.
È una regola, questa, che dobbiamo applicare anche alle parole del presidente americano sull’Unione Europea e la Nato: coglierne il senso profondo, più che scandalizzarci per ciò che emerge in superficie.
In estrema sintesi, cos’ha detto Trump? Ha detto, nelle trentatré pagine della sua nuova National Security Strategy che l’Europa “se continua con il trend" in atto "fra 20 anni sarà irriconoscibile", a “causa delle “attività dell'Ue e di altri organismi internazionali che minano la libertà e la sovranità politica”, delle “politiche migratorie che stanno trasformando il continente” della “censura della libertà di parola e la soppressione dell'opposizione politica".
Non solo: ha detto anche che la Casa Bianca "si trova in contrasto con i funzionari europei che nutrono aspettative irrealistiche per la guerra" in Ucraina, e che i Paesi europei sono "arroccati su governi di minoranza instabili, molti dei quai calpestano i principi fondamentali della democrazia per reprimere l'opposizione”. Ha detto anche che la Nato deve smettere di espandersi e che Europa dovrà assumere la guida dell’Alleanza atlantica entro il 2027.
Anziché avventurarci in fact-checking che lasciano il tempo che trovano, andiamo al nocciolo delle questioni, partendo dalla fine.
Uno: cosa vuole dire Trump quando dice che l’Europa deve farsi carico della Nato? Vuole dire che gli Usa non si assumono più l’onere di difendere il confine orientale dell’Europa. Che la diatriba su cosa sia Occidente e cosa Russosfera in quella terra di mezzo che sta tra la Germania e la Russia è affare nostro, non suo.
Come mai tutto questo? Perché il fronte geopolitico su cui l’America concentra la sua attenzione è quello che la vede contrapposta con la Cina su due diversi scenari: quello Artico, ricco di materie prime e nuove rotte commerciali che si aprono, grazie allo scioglimento dei ghiacciai e al riscaldamento globale. E quello Pacifico, con la questione Taiwan – formalmente territorio cinese, ma anche primo fornitore di semiconduttori all’industria tecnologica americana – in testa.
Due: cosa vuole dire Trump quando dice che la Nato non si espanderà e che l’Europa ha prospettive irrealistiche sulla fine della guerra in Ucraina? Vuol dire che gli Usa vogliono fare la pace con Putin per rompere l’alleanza Russia-Cina e isolare Pechino. E che per farlo non si fanno scrupoli a concedere a Mosca quel che vuole: il Donbass, per cominciare. E poi forse il controllo su quel che Mosca ritiene sia russosfera, fino a quel che dell’est Europa non è ancora né Nato né Ue, quindi Moldavia e Georgia. Ecco spiegato perché Mosca plaude alla nuova dottrina americana.
Tre: che per farlo ha bisogno di un Europa divisa, che non rompa le scatole con una sua strategia autonoma, o con regolamentazioni che chiudano il mercato ai suoi giganti tecnologici come Meta, Google e X – recentemente multate da Bruxelles, peraltro – che Trump ritiene strategici nella sua nuova guerra fredda con la Cina. Quindi: governi di destra, nazionalisti, anti Ue, ideologicamente affini alla sua visione del mondo anti migrazioni, conservatrice e confessionale.
Tutto questo pone una domanda fondamentale per l’Europa: ha più senso piegarsi alla visione del mondo di Trump, facendoci guidare per mano nella nuova guerra americana, come del resto abbiamo fatto senza battere ciglio dal 1945 a oggi, o sviluppare una strategia autonoma in questo nuovo scenario? Tradotto: ha più senso stare con Washington contro la Cina o assumere una posizione terza e negoziare con entrambe, forti di un mercato unico ricchissimo?
Se Trump fosse presidente dell’Europa probabilmente non avrebbe dubbi: giocare su due tavoli è sempre preferibile che essere dipendenti dai ricatti di un unico interlocutore. Forse per questo che vuole soffocare sul nascere questa tentazione. E forse è per questo che dovremmo prendere le sue parole, e fare esattamente il contrario di quel che dice.