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Perché Putin sta cercando di avere una base navale nel Mediterraneo in Libia

Dei possibili obiettivi della Russia e delle implicazioni di una base navale russa piena di navi da guerra in nord Africa ne abbiamo parlato con l’ammiraglio Giampaolo di Paola, già capo di stato maggiore della difesa.
Intervista a Giampaolo di Paola
Ammiraglio della Marina militare italiana, già Capo di stato maggiore della difesa ed ex Ministro della difesa.
A cura di Antonio Palma
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Putin sta cercando di ottenere una base navale nel Mediterraneo centrale dove poter far attraccare le proprie navi da guerra e sta puntando sulla Libia. Come hanno raccontato diverse fonti locali al Wall Street Journal, infatti, alcuni giorni fa, emissari russi di alto livello si sono diretti in Libia per incontrare il Generale Haftar, che controlla la Cirenaica con le sue milizie, per chiedere l’accesso militare a una base navale nel Paese nordafricano. Delle mire di Mosca, dei motivi e delle possibili implicazioni di un porto pieno di navi russe in nord Africa ne abbiamo parlato con l’ammiraglio Giampaolo di Paola, già capo di stato maggiore della difesa ed ex Ministro della difesa.

Ammiraglio, la Russia sta cercando basi navali nel Mediterraneo, in Libia, secondo lei quale potrebbe essere lo scopo di Mosca?

Direi che i motivi sono molto semplice ed evidenti. La Russia sta cercando di ampliare le possibilità logistiche e la presenza delle sue unità navali oltre la base in Siria anche alla luce delle problematiche nel Mar Nero. Attualmente il porto di Sebastopoli infatti sta subendo attacchi e comunque il Mar nero è chiuso alle navi da guerra quindi il potenziale russo nell’area è sigillato. Sostanzialmente solo le navi della flotta del Nord, quelle del Baltico, possono operare nel Mediterraneo. Quindi l’unica scelta dei russi per ampliare la loro presenza sul fianco sud del Mediterraneo è cercare altri spazi oltre alla base siriana. Per quanto riguarda la scelta della Libia, bisogna ricordare che fino a ieri la Russia aveva una presenza importante con il gruppo Wagner e la costa nordafricana è da tempo terreno in cui la Russia cerca di destabilizzare la posizione di alcuni Paesi europei. Quindi riuscire a ottenere delle basi navali nella zona della Cirenaica, nell’est della Libia, è in tutto il suo interesse.

Ammiraglio Gianpaolo Di Paola
Ammiraglio Gianpaolo Di Paola

Le basi in Siria quindi non sono più sufficienti alla flotta russa? O è una mossa politica di Mosca?

Sicuramente è anche una mossa politica ma avere un piede anche sul fronte sud del Mediterraneo è per la Russia un modo per evitare le sue difficoltà nel Mar nero e in quella che era la sua principale base navale sul fronte sud, Sebastopoli. Solo con basi navali aggiuntive Mosca può garantire la presenza della flotta del Nord nel Mediterraneo e il ricambio delle unità navali. Quindi è una mossa che risponde, nell’ottica russa, sia a una logica politica sia strategica militare.

Ma la Libia può garantire l’accesso a grosse navi militari che hanno bisogno di logistica adeguata?

Che la Russia ottenga o no quello che ha chiesto e se quello che otterrà sarà adeguato è tutto da vedere. Sicuramente qualsiasi cosa ottengano, i russi dovranno poi potenziare le basi. Questo sicuramente agevolerà anche la presenza russa in Africa, anche per contrastare le mosse sia dell’Occidente sia della Cina nel Continente. Infatti c’è in corso una competizione tra questi tre attori ad avere maggiore controllo sui Paesi africani che hanno risorse energetiche e materie prime.

Ci sono rischi o potrebbero esserci maggiori tensioni con molte navi militari russe a poche centinaia di chilometri dalla costa italiana?

Il Mediterraneo è un mare aperto quindi i russi, come gli Usa, hanno tutto il diritto di essere presenti. È chiaro poi che una maggiore presenza russa nell’area richiederà da parte nostra, sia dell’Italia che della Nato, maggiore controllo e sorveglianza. Del resto, visto che la situazione sul fronte orientale non sta volgendo a favore della Russia, cercare di destabilizzare o almeno cominciare a creare problematiche alla Nato sul fronte sud è una maniera indiretta di alleviare la pressione sul fronte est.

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