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Guerra in Ucraina

Perché Papa Francesco non si recherà a Kiev e non incontrerà il Patriarca di Mosca Kirill

Bergoglio: “Non posso fare nulla che metta a rischio obiettivi superiori, che siano la fine della guerra, una tregua o, almeno, un corridoio umanitario. A cosa servirebbe che il Papa vada a Kiev se il giorno seguente la guerra continuasse?”.
A cura di Davide Falcioni
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L'atteso incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill, in un primo momento previsto per giugno, è stato annullato. A renderlo noto è stato lo stesso Pontefice in un'intervista rilasciata al quotidiano argentino La Nacion in cui ha spiegato perché non ha in agenda di recarsi a Kiev e le ragioni per cui,  pur deprecando la guerra in Ucraina, non cita mai esplicitamente la Russia e il suo presidente Vladimir Putin. Il Santo Padre ha spiegato che i suoi rapporti con Kirill sono "molto buoni". Poi, rivolgendosi al giornalista intervistatore Joaquin Morales Solà, aggiunge: "Mi rammarico che il Vaticano abbia dovuto revocare un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme. Ma la nostra diplomazia ha capito che un incontro dei due in questo momento potrebbe creare molta confusione. Ho sempre promosso il dialogo interreligioso. Quando ero arcivescovo di Buenos Aires, ho riunito cristiani, ebrei e musulmani in un dialogo fruttuoso. È stata una delle iniziative di cui sono più orgoglioso. È la stessa politica che promuovo in Vaticano. Come mi hai sentito dire molte volte, per me l'accordo è superiore al conflitto".

Quando gli è stato chiesto come mai non citi la Russia e Putin, Francesco ha risposto: "Un Papa non nomina mai un capo di stato, tanto meno un paese, che è superiore al suo capo di stato". E sul lavoro di mediazione vaticano: "Ci sono sempre procedure. Il Vaticano non riposa mai. Non posso dirvi i dettagli perché cesserebbero di essere sforzi diplomatici. Ma i tentativi non si fermeranno mai". Bergoglio ha chiarito il significato del gesto, compiuto il primo giorno della guerra, di recarsi a visitare l’ambasciatore russo presso la Santa Sede: "Sono andato da solo. Non volevo che nessuno mi accompagnasse. Era una mia responsabilità personale. È stata una decisione che ho preso in una notte di veglia pensando all'Ucraina. È chiaro, a coloro che lo vogliono vedere bene, che stavo segnalando al governo che può porre fine alla guerra in un attimo. Ad essere onesto, mi piacerebbe fare qualcosa in modo che non ci fosse un solo morto di più in Ucraina. Non uno di più. E sono disposto a fare tutto". Per finire il Papa ha spiegato perché non si recherà a Kiev: "Non posso fare nulla – risponde Francesco – che metta a rischio obiettivi superiori, che siano la fine della guerra, una tregua o, almeno, un corridoio umanitario. A cosa servirebbe che il Papa vada a Kiev se il giorno seguente la guerra continuasse?".

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