Per Israele “Francesca Albanese è una strega”. E l’Italia la attacca: “Il suo rapporto non è credibile”

Francesca Albanese, relatrice speciale dell'Onu per i diritti umani in Palestina, ha presentato il suo quarto rapporto focalizzato sulle complicità degli Stati terzi nel genocidio a Gaza. In una intervista esclusiva a Fanpage.it, Albanese aveva spiegato le ragioni giuridiche che l'hanno portata a mettere sotto accusa i paesi terzi, tra cui la ragione principale, ovvero che dal gennaio del 2024, da quando la corte internazionale di giustizia ha parlato per la prima volta di genocidio e ha chiesto ai tutti i paesi di arginarlo e fermarlo, nessuno poteva non sapere a cosa servivano, ad esempio, le armi che venivano vendute ad Israele, oppure la concessione dello spazio aereo, oppure gli altri commerci collaterali, come quello sulle alte tecnologie per gli armamenti. Tutte queste connivenze hanno supportato il genocidio a Gaza e nessuno poteva sostenere di non sapere.
Nel mirino del lavoro di Albanese anche il governo italiano, che ha concesso lo spazio aereo alle forze militari israeliane, che ha continuato a commerciare armi, risultando il terzo paese al mondo per vendita di armi a Tel Aviv. E la risposta del governo italiano è arrivata a strettissimo giro. Durante la presentazione del rapporto al palazzo di vetro dell'Onu a New York, dopo la presentazione del lavoro di Albanese in collegamento dal Sudafrica, è arrivata la risposta dell'ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente dell'Italia alle Nazioni Unite. Un attacco durissimo a Francesca Albanese, che prima ancora era stata definita come una "strega" della rappresentanza israeliana.
L'attacco dell'Italia: "Rapporto privo di credibilità"
Nell'assemblea a New York in cui è stato presentato il lavoro della relatrice speciale per i diritti umani in Palestina, la replica dell'Italia, attraverso l'ambasciatore Maurizio Massari, è arrivata tra le prime, dopo la relazione di Francesca Albanese. "Il rapporto presentato oggi dal Relatore Speciale Albanese è totalmente privo di credibilità e imparzialità. Come Italia, non ne siamo sorpresi" ha esordito Massari a nome del governo italiano. "Il codice di condotta invita i relatori a garantire che le loro opinioni politiche personali non pregiudichino l’esecuzione della loro missione” e a “mostrare moderazione e discrezione in modo da non compromettere il riconoscimento della natura indipendente del loro mandato”. "Esistono ampie prove online e nelle sue interviste che, in qualità di Relatrice Speciale, la Dott.ssa Albanese non può essere considerata imparziale" ha proseguito l'ambasciatore italiano.
Un attacco frontale ad Albanese che viene colpita addirittura sulla sua credibilità e accusata di aver violato il codice di condotta dei relatori Onu. Il rappresentante italiano ha poi precisato che l'Italia si rifiuta di commentare il rapporto.
Albanese nel suo rapporto aveva evidenziato in termini giuridici, secondo le norme del diritto internazionale, come le complicità dei paesi terzi, quindi non solo dell'Italia ma anche di altri, come ad esempio gli Stati Uniti. L'intervento del rappresentante italiano si conclude con una domanda ad Albanese: "Crede davvero che questo rapporto contribuisca in questo momento a raggiungere la pace?". Una domanda singolare se partiamo dal presupposto che il compito della relatrice speciale per i diritti umani è proprio quello di occuparsi della violazione delle norme di diritto internazionale e di eventuali crimini contro l'umanità commessi a danno della popolazione palestinese.

L'accusa di Israele: "Signora Albanese lei è una strega"
I primi a intervenire subito dopo la relazione di Francesca Albanese sono stati i rappresentanti di Palestina e Israele. Chiaramente con toni e modalità diametralmente opposti. L'intervento del rappresentante dello Stato di Israele, Danny Danon, è stato particolarmente offensivo nei confronti della giurista e diplomatica italiana. "Signora Albanese, lei è una strega e questo rapporto è il suo libro degli incantesimi". E ha continuato sullo stesso tono, senza entrare praticamente mai nel merito dei contenuti del rapporto. "La relazione di Albanese non è sui diritti umani e non è sulla pace, da anni la signora Albanese usa una retorica antisemita, lei difende i terroristi e offende le vittime. Questo rapporto è vergognoso e non ha fondamenti giuridici" ha sottolineato l'israeliano Danon.
E poi a seguire una lunga parte con contenuti già sentiti tante volte dagli esponenti del governo Netanyahu, ovvero che l'unico genocidio è l'Olocausto degli ebrei, che con questi lavori si sostiene Hamas e il terrorismo, e che le uniche vere vittime sono quelle della strage del 7 ottobre. Dannon ha poi concluso l'intervento sottolineando la solidità della condotta di Israele, usando nuovamente parole offensive. "Il tuo tentativo è fallito, strega – ha detto rivolgendosi ad Albanese – le tue parole non hanno potere, il tuo rapporto non avrà alcun impatto. Lei ha chiesto delle sanzioni a molte aziende americane, ma è lei che è stata colpita da sanzioni, perché lei non difende i diritti umani ma diffonde l'odio e le bugie".
La replica di Albanese: "Se potessi fare un incantesimo fermerei i vostri crimini"
A conclusione degli interventi degli Stati membri, tra cui non sono mancati tanti in sostegno del lavoro della relatrice speciale, Albanese ha ripreso la parola per poter replicare agli interventi, alle osservazioni, alle domande e anche agli attacchi che le sono stati mossi. La prima risposta è proprio per il rappresentante di Israele. La Albanese, a cui Tel Aviv nega Onu la possibilità di poter entrare nel paese per svolgere il proprio lavoro nei territori palestinesi occupati, ha esordito proprio sulle affermazioni del rappresentante di Israele..
Sulle accuse mosse da Dannon ha detto: "È grottesco e francamente deludente che uno Stato genocida non risponda nella sostanza al mio rapporto e che mi accusi di essere una strega. Io vi ho chiesto di fermare il genocidio e di rispondere dei vostri crimini e voi mi date della strega. Mi accusate di fare incantesimi, se potessi fare un incantesimo fermerei i vostri crimini" ha replicato duramente.
Inoltre ha usato, argomentando, l'espressione "dal fiume al mare", diventato uno slogan dei movimenti Pro Pal nel mondo. "Quando dico dal fiume al mare, io parlo degli ebrei, dei musulmani, dei cristiani, di tutte le religioni, degli abitanti di ora, di quelli storici, chiedendo che possano vivere tutti in pace e con pieni diritti, e non con privilegi riservati a pochi, come è ancora oggi. Questo intendo quando dico dal fiume al mare" ha sottolineato, respingendo le accuse di antisemitismo riportate da Israele.
Albanese ha poi ricordato le minacce di morte di cui è stata vittima, insieme alla sua famiglia, a causa del suo lavoro, circostanza ricordata anche negli interventi di alcuni dei rappresentanti degli Stati che sono intervenuti. Rispondendo al rappresentante ungherese ha chiarito che: "È ovvio che io condanno Hamas, è assolutamente ovvio che li condanno e l'ho sempre detto. Non è scritto in questo rapporto, che ha un focus specifico, ma io l'ho sempre ricordato". A conclusione della sua replica la giurista ha ribadito la necessità di rispettare il diritto internazionale, di perseguire i crimini di guerra e contro l'umanità come elemento fondante di una comunità globale.
Albanese ha fatto riferimento diretto anche alla situazione della Cisgiordania, con le colonie illegali secondo il diritto internazionale che si stanno ingrandendo sempre di più, parlando della violenza dei coloni e dello stato di apartheid in cui sono costretti i palestinesi, rispondendo in questo modo anche a molte osservazioni proprio sulla situazione della Cisgiordania che erano arrivati da diversi interventi dei paesi membri. Ha inoltre sottolineato le richieste di fine del genocidio e di apartheid delle mobilitazioni internazionali, citando la Global March, la Flotilla, la campagna di boicottaggio internazionale BDS.