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Incidente aereo Air India 171

Paura in volo, Boeing Air India precipita di 274 metri dopo il decollo da Delhi

Paura lo scorso 14 giugno sul volo Air India AI 187: il Boeing 777 è precipitato di 274 metri poco dopo il decollo da Delhi, attivando allarmi di stallo. Atterrato poi in sicurezza a Vienna. L’incidente segue il tragico schianto di Ahmedabad in cui sono morte oltre 260 persone.
A cura di Davide Falcioni
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Momenti di puro terrore a bordo del volo AI 187 di Air India, partito lo scorso 14 giugno dall’Aeroporto Internazionale Indira Gandhi e diretto a Vienna, quando l’aereo è improvvisamente precipitato di circa 274 metri (900 piedi) in fase di salita, pochi minuti dopo il decollo. L’incidente ha attivato allarmi di stallo e di prossimità al suolo, costringendo i piloti a una manovra d’emergenza per evitare il disastro.

Il volo, operato da un Boeing 777, era decollato regolarmente alle 2:56 del mattino, ma subito dopo l’aereo ha perso rapidamente quota, attivando i sistemi di sicurezza automatizzati che hanno emesso ripetuti avvisi “Don’t Sink” (“Non scendere”). Nonostante le condizioni meteo avverse, l’equipaggio è riuscito a riprendere il controllo del velivolo e a completare in sicurezza il volo di nove ore fino all’Aeroporto Internazionale di Vienna. Nessun ferito tra i passeggeri, ma l’episodio ha fatto scattare un’immediata inchiesta da parte della Direzione Generale dell’Aviazione Civile indiana (DGCA).

Air India ha confermato di aver sospeso entrambi i piloti dal servizio in via precauzionale. La compagnia ha inoltre comunicato di aver segnalato l’accaduto alle autorità aeronautiche come da protocollo. La DGCA ha avviato un’indagine formale sull’episodio, analizzando i dati dei registratori di volo (FDR e CVR) per chiarire le cause della perdita di quota. Le prime ipotesi considerano tre possibili fattori: errore umano, guasto meccanico o condizioni meteorologiche estreme.

L’incidente arriva in un momento critico per Air India, solo 38 ore dopo il tragico schianto del volo AI 171 ad Ahmedabad, che ha provocato la morte di oltre 260 persone. La vicinanza temporale tra i due eventi ha acceso i riflettori sulla sicurezza della compagnia aerea di proprietà del gruppo Tata.

A seguito del disastro di Ahmedabad, la DGCA aveva già avviato controlli straordinari sulla flotta di Boeing 787 e Airbus della compagnia, rilevando carenze nella manutenzione e nella gestione operativa. Ulteriori audit hanno evidenziato violazioni nei limiti di servizio del personale e ritardi nelle ispezioni tecniche.

Il presidente di Air India, Natarajan Chandrasekaran, ha dichiarato che la compagnia "è impegnata con la massima trasparenza a rafforzare la cultura della sicurezza e della responsabilità". La DGCA, da parte sua, ha avvertito che in caso di ulteriori violazioni non esiterà a imporre sanzioni severe, inclusa la sospensione delle licenze operative.

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