664 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Opinioni

Patto Merkel-Macron: perché ora gli Stati Uniti d’Europa non sono più un’utopia

500 miliardi a fondo perduto per aiutare le economie in crisi, finanziati dall’emissione di titoli di debito europei: la proposta franco-tedesca per superare l’emergenza Coronavirus può davvero essere l’atto fondativo di una nuova Unione Europea. Ora per Merkel e Macron inizia la sfida più difficile, però: convincere i Paesi del Nord e dell’Est. O abbandonarli al loro destino.
664 CONDIVISIONI
Immagine

“Circostanze straordinarie richiedono misure straordinarie”. È con queste parole che il presidente francese Emmanuel Macron ha introdotto le misure proposte assieme ad Angela Merkel: un piano d’aiuti da 500 miliardi di euro, parte del budget europeo e finanziato interamente dall’emissione di titoli di debito europei per aiutare a fondo perduto le economie dell’Unione a fronteggiare la crisi economica post Coronavirus. Forse nemmeno esagera, Macron. Perché davvero questa proposta può avere una portata storica che va oltre i tempi straordinari che stiamo vivendo.

Questo oltre si chiama Stati Uniti d’Europa, o se preferite meno enfasi, la nascita di una vera e propria entità politica continentale, sovrana e democraticamente eletta. Perché si, è questo il piano inclinato su cui la cancelliera tedesca e il presidente francese hanno lanciato la loro pallina. Perché bond europei e un bilancio europeo di queste dimensioni richiedono necessariamente un ministro delle finanze europeo che se ne occupi. Perché una figura di questo tipo, che distribuisce una tale mole di risorse – all’Italia arriverebbe il doppio di quanto stanziato con il cosiddetto decreto rilancio, per dire – non può non essere democraticamente eletto. Perché se eleggi il ministro delle finanze europeo non si capisce perché il resto della commissione, a partire dal suo presidente, debba essere nominato.

Così andassero le cose, ci ritroveremmo in men che non si dica ad avere un governo federale e un parlamento federale e la necessità di riscrivere i trattati comunitari per adattarli a questo nuovo stato delle cose diventerebbe indifferibile. Trattati che a quel punto assumerebbero davvero la forma di una nuova costituzione europea. Quella stessa costituzione che – sembra passato un secolo, ma sono meno di cinque anni – Emmanuel Macron quando ancora era ministro dell’economia del governo Valls -propose di far votare a suffragio universale da tutti i cittadini europei, in quelle che sarebbe stato il referendum fondativo degli Stati Uniti d’Europa.

Questa è la portata storica della proposta Merkel-Macron e i segnali resistenza arrivati dai Paesi del nord e dell’est Europa danno il senso della rivoluzione in atto. Peraltro, bisognerà valutare la consistenza di questa resistenza. Se sarà un fuoco di paglia come in molti casi è stato quando la Germania ha deciso di accelerare – ad esempio, sposando la linea del Quantitative Easing di Mario Draghi, un tabù prima che Merkel smettesse di definirlo tale -, o se invece si riproporrà la situazione del 2015, quando al “ce la possiamo fare” della Cancelliera, che aprì le frontiere tedesche a tutti i profughi siriani, i Paesi dell’est risposero alzando barriere di filo spinato.

È da questo bivio che passano il cosa e il come dell’Europa che sarà. Se Merkel e Macron andranno dritti per la loro strada è probabile che questa nuova Unione potrà perdere dei pezzi e che questi nuovi trattati non saranno sottoscritti da tutti e 27 i Paesi dell’Ue, forse nemmeno da tutta l’area Euro. Se invece l’asse franco-tedesco cercherò la mediazione e il coinvolgimento di tutti, senza forzare la mano, è probabile che questa proposta possa arrivare annacquata alla meta. O peggio, morire prima di essere nata, ennesimo aborto di un’Europa con un passato troppo ingombrante e bandiere troppo pesanti per rinascere davvero.

664 CONDIVISIONI
Immagine
Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views