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Orrore in Egitto, 13enne uccide e fa a pezzi un compagno di classe: “L’ho mangiato, sembrava pollo”

In Egitto un ragazzo di 13 anni ha ucciso e smembrato un suo compagno di classe. Il giovane ha attirato la vittima in casa sua approfittando dell’assenza dei genitori. Durante l’interrogatorio ha confessato di aver mangiato il corpo dell’amico. La polizia indaga per capire se abbia fatto uso di sostanze.
A cura di Andrea Scordino
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Chock in Egitto per l'omicidio avvenuto nella città di  Ismailia, dove un 13enne ha ucciso e fatto a pezzi un compagno di classe e amico.

L’orrendo crimine sembra sia avvenuto a casa dell'aggressore, che sfruttando l’assenza dei suoi genitori ha deciso di invitare a casa il coetaneo. Secondo il rapporto della polizia egiziana, la vittima è stata picchiata fino alla morte con un bastone di legno. Dopo l’omicidio, il 13enne ha preso dagli utensili del padre una motosega che ha usato per fare a pezzi il cadavere dell’amico. Dopo, ha preso uno zaino e lo ha usato per metterci dentro il corpo smembrato. Secondo il quotidiano britannico “TheSun”, prima di nascondere i resti in diversi punti della città, l'aggressore ha anche assaggiato “per curiosità” il corpo dell’amico.

Gli agenti sono stati allertati dopo che alcuni resti umani sono stati rinvenuti nei pressi di un centro commerciale. Le ricerche che ne sono scaturite hanno permesso di trovare altri pezzi del corpo della vittima sotto un ponte, in una piscina e in un campo.

Dopo essere stato arrestato, il giovane ha raccontato il crimine agli agenti della polizia, indicando i luoghi in cui aveva nascosto le parti del corpo dell’amico. Durante la confessione, il tredicenne ha inoltre dichiarato di avere mangiato parti del corpo dell’amico, paragonando il sapore a quello del pollo impanato.

La polizia sta indagando per capire se il 13enne abbia fatto uso di sostanze stupefacenti e se queste possano aver influito in qualche modo sulla sua capacità di commettere un crimine tanto violento quanto sconsiderato. L’autopsia eseguita sui resti del corpo della vittima ha confermato l’atroce racconto del giovane. Il responsabile ha dichiarato di aver commesso il delitto per imitare alcune scene di violenza che aveva più volte visto nei film e nei videogiochi.

L'adolescente è stato trattenuto per quattro giorni dalla Procura della Repubblica, poi è stato trasferito in un carcere minorile. È stato anche sottoposto a test antidroga da confrontare con quelli eseguiti sul corpo dell'amico. Le autorità hanno predisposto per l'adolescente anche una perizia psichiatrica completa. Gli investigatori hanno avviato anche le ricerche per trovare tutti i contenuti violenti che hanno spinto il giovane a compiere il crimine.

Il caso ha scandalizzato l'opinione pubblica e ha riaperto in Egitto il dibattito sulle conseguenze che possono avere film e videogiochi violenti sulle menti dei giovani.

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