Ora Trump minaccia l’Ue con dazi al 17% sull’agricoltura e annuncia lettere per 12 Paesi

Resta incerto l'esito dei negoziati tra Unione Europea e Stati Uniti a pochi giorni dalla scadenza del 9 luglio, quando cadrà la sospensione delle tariffe sulle merci europee concessa da Trump oramai tre mesi fa. Nelle scorse ore, secondo quanto riporta il Financial Times, il presidente americano è tornato a minacciare l'Ue con dazi al 17% sull'agroalimentare, tra i principali export europei. E ha anche comunicato di aver firmato dodici lettere indirizzate ai partner commerciali colpiti dalle tariffe americane, che potrebbero essere spedite a inizio settimana.
Quanto ai dazi sull'agricoltura europea, la misura potrebbe scattare – riferiscono fonti citate dal Ft – se i colloqui commerciali bilaterali non si concluderanno con un accordo entro la prossima settimana. Ieri il commissario Ue al commercio Maros Sefcovic è stato a Washington per trovare un'intesa che eviti le tariffe reciproche, ma l'esecutivo europeo ha fatto ha fatto sapere di essere pronto ogni eventualità.
Tra queste c'è anche l'ipotesi del "no deal", cioè che non si arrivi ad un accordo. Sefcovic ha definito "produttivi" gli incontri con il Segretario al Tesoro Scott Bessent, il Segretario al Commercio Howard Lutnick e il rappresentante al Commercio Jamieson Greer e ha spiegato: "Il lavoro continua. Il nostro obiettivo rimane invariato: un accordo commerciale transatlantico valido e ambizioso", aggiunge il commissario. Finora infatti sono stati siglati solo due accordi dopo l'annuncio delle tariffe, con il Regno Unito e il Vietnam.
Per la Commissione, che nel frattempo ha informato gli Stati sullo stato di avanzamento dei negoziati, la fase resta "molto delicata". "Dopo aver discusso lo stato di avanzamento della questione con i nostri Stati membri, la Commissione si impegnerà nuovamente con gli Stati Uniti sul merito nel fine settimana. Al tempo stesso, ci stiamo preparando all'eventualità che non si raggiunga un accordo soddisfacente", ha affermato il portavoce della Commissione europea, Olof Gill.
Nel fine settimana in negoziati proseguiranno ma un'eventuale soluzione sbilanciata a favore degli Usa potrebbe non essere gradita da tutti e Ventisette, divisi tra chi sostiene la necessità di chiudere la guerra commerciale con Washington e chi ritiene che Bruxelles dovrebbe alzare la voce di fronte alle minacce di Trump. Tra i sostenitori di un accordo c'è la premier italiana, che ieri, intervenendo al Forum in Masseria, ha detto di aver sentito il tycoon. "Cosa accadrà non posso dirlo perché la competenza è della Commissione. Da parte italiana, abbiamo lavorato per fare in modo che il rapporto con gli Usa fosse franco e costante, teso a cercare di risolvere insieme i problemi", ha sottolineato Meloni. "Dobbiamo essere soddisfatti per essere riusciti a ricostruire un dialogo, vedremo nei prossimi giorni. Facciamo tutti quanti la nostra parte", ha aggiunto.
Intanto lunedì prossimo, dodici dei Paesi toccati dalle tariffe americane riceveranno una lettera, i cui dettagli però non sono ancora noti. "È più facile spedire una lettera in cui si dice, ‘ascoltate, sappiamo che abbiamo un certo deficit, o in alcuni casi un surplus, ma non molto. Ed ecco quello che dovete pagare per fare affari con gli Stati Uniti'. Lo abbiamo fatto con la Gran Bretagna ed è stato positivo per le due parti. Lo abbiamo fatto con la Cina, e penso che sia molto positivo per le due parti", ha spiegato Trump.