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Guerra in Ucraina

Ora la Russia detta 7 condizioni per la pace: niente NATO né UE, stop armi e Donbass non più ucraino

Il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Galuzin ha elencato le richieste di Mosca a Kiev per fermare la guerra. L’Ucraina dovrebbe rinunciare all’adesione alla NATO e all’UE e avere uno status neutrale.
A cura di Davide Falcioni
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Il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Galuzin ha elencato le richieste di Mosca a Kiev per fermare la guerra. Secondo il Cremlino, l'Ucraina dovrebbe rinunciare all'adesione alla NATO e anche all'Unione Europea, ma tra le condizioni c'è anche il riconoscimento della lingua russa come lingua di Stato. "Siamo convinti che un accordo sia possibile solo se cessano le ostilità da parte delle forze armate ucraine e la fornitura di armi occidentali. Per raggiungere una pace globale, giusta e duratura, l'Ucraina deve tornare a uno status neutrale non allineato, registrato nella dichiarazione del 1990 della sua sovranità statale e il rifiuto di aderire alla Nato e all'UE", ha detto Galuzin in una intervista all'agenzia Tass.

Le condizioni poste dalla Russia all'Ucraina

Ma ecco quali sono le condizioni poste dalla Russia all'Ucraina:

  • Cessazione delle ostilità da parte delle forze armate ucraine;
  • Stop alla fornitura di armi occidentali;
  • Ritorno dell'Ucraina a uno status neutrale, rifiuto di aderire alla NATO e all'UE;
  • Riconoscimento delle "nuove realtà territoriali che si sono sviluppate a seguito della realizzazione del diritto dei popoli all'autodeterminazione";
  • Tutela dei diritti dei cittadini di lingua russa e delle minoranze nazionali;
  • Garantire lo status di lingua di stato per la lingua russa;
  • Rispetto dei diritti umani fondamentali, compresa la libertà di religione.

Secondo i media russi i primi due requisiti sono necessari per un "accordo" volto a una tregua, il resto servirà al "raggiungimento di una pace globale, giusta e duratura".

Come ricorda il giornale russo Kommersant in precedenza Mosca non aveva mai chiesto a Kiev di rinunciare alla sua adesione all'Unione Europea né di garantire lo status di lingua di stato per la lingua russa. Al contrario, nel giugno del 2022 il presidente russo Vladimir Putin aveva affermato di non essere contrario all'ingresso dell'Ucraina nell'UE, perché "non è un'organizzazione militare, un blocco politico-militare, a differenza della NATO".

L'Ucraina: "Nessun dialogo con la Russia finché occupa i nostri territori"

Le richieste della Russia appaiono al momento inconciliabili rispetto a quelle poste dall'Ucraina. Oggi stesso il capo dell'ufficio presidenziale di Kiev Andry Yermak ha dichiarato che "non c'è forza che possa costringere la società ucraina e la leadership al governo a parlare con i russi oggi, finché le truppe russe sono sul nostro territorio". Anche il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak, intervistato dal Corriere, ha dichiarato: "È ovvio che non sosterremo alcuna opzione che comporti concessioni territoriali. I cosiddetti scenari di ‘compromesso' non porterebbero alla pace ma alla prosecuzione della guerra e a un aumento significativo della pressione terroristica sull'Ucraina".

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