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Guerra in Ucraina

Oligarca russo trovato morto con moglie e una dei figli: “Omicidio-suicidio? Non è stato papà”

È giallo sulla morte dell’oligarca russo Sergey Protosenya, trovato impiccato giorni fa nella sua villa in Spagna accanto ai corpi della moglie e della figlia diciottenne, a loro volta massacrate a colpi di ascia. Secondo il figlio Fedor, unico sopravvissuto alla strage, “mio padre non è un assassino, non è stato lui”.
A cura di Ida Artiaco
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"Mio padre non è un assassino, non è stato lui". È giallo sulla morte dell'oligarca russo Sergey Protosenya, ex presidente di Novotek, azienda russa del gas e con patrimonio stimato di oltre 400 milioni di euro, trovato impiccato giorni fa nella sua villa in Spagna accanto ai corpi della moglie, 55 anni, e della figlia diciottenne, a loro volta massacrate a colpi di ascia. Ma il figlio 22enne Fedor, che la notte del delitto si trovava in Francia, a Borduaux e che per questo è sopravvissuto alla strage, non crede alla tesi dell'omicidio-suicidio ed anzi in una intervista al quotidiano inglese Daily Mail ha suggerito che la sua famiglia possa essere stata sterminata da uno sconosciuto. "Amava mia madre e soprattutto Maria, mia sorella. Lei era la sua principessa e lui non avrebbe mai fatto loro del male. Non so cosa è accaduto quella notte, ma so che mio padre non le ha colpite", ha precisato Fedor.

Era lo scorso 21 aprile quando l'oligarca è stato trovato morto insieme a moglie e figlia nella loro casa di Lloret de Mar, vicino Barcellona. A lanciare l'allarme è stato proprio il figlio dopo tre giorni durante i quali nessuno della famiglia rispondeva alle sue chiamate. La stampa spagnola ha da subito parlato di omicidio-suicidio lasciando tuttavia aperta la porta anche all'ipotesi della messa in scena. Le circostanze del delitto in effetti sono strane: Protosenya non ha lasciato nessun biglietto di suicidio né sono state trovate impronte digitali sull'accetta e sul coltello usati per uccidere le due donne, così come non c'erano tracce di sangue sul corpo dell'uomo. L'autopsia sui cadaveri delle vittime è stata già effettuata lo scorso weekend ma le forze dell'ordine spagnole non hanno fatto trapelare alcuna informazione aggiuntiva, ammonendo anche Fedor di non parlare con la stampa.

Per altro, Fedor non è l'unico a non credere alla tesi dell'omicidio-suicidio. Anche Anatoly Timoshenko, un uomo d'affari russo e amico stretto dei Protosenya, ha dichiarato: "Non voglio discutere di cosa potrebbe essere successo in casa quella notte, ma Sergey non è un assassino". E pure un altro amico, Roman Yuravih, ha aggiunto: "Conoscevo Sergey da dieci anni, era un uomo felice , amava la sua famiglia. Non ha ucciso sua moglie e sua figlia, ne sono sicuro". Insomma, cosa è successo quella notta in Costa Brava resta ancora avvolto dal mistero. Non è forse un caso il fatto che solo il giorno precedente la scoperta del delitto Protosenya, sia stato trovato morto nel suo appartamento di Mosca un altro oligarca russo, il vicepresidente della Gazprombank ed ex funzionario del Cremlino, Vladislav Avayev. Accanto a lui i corpi della moglie Yelena, 47 anni, e della figlia minore Maria, 13 anni. Tutti sarebbero stati uccisi da colpi di pistola.

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