Nicolas Sarkozy esce dal carcere, sarà in libertà vigilata: perché e cosa succede ora

Era stato condannato a fine settembre ed era entrato in carcere il 21 ottobre in custodia cautelare, l'ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, 70 anni. Oggi, a venti giorni di distanza, la Corte d'Appello di Parigi ha accorto la richiesta di farlo uscire dal penitenziario della Santé: resterà in libertà vigilata, con il divieto di lasciare il Paese. Durante l'udienza era presente anche la famiglia, la moglie Carla Bruni con il figlio.
La condanna in primo grado era stata a cinque anni di carcere, per associazione a delinquere, per aver permesso ai suoi collaboratori di "agire al fine di ottenere sostegno finanziario" da parte del governo della Libia di Muammar Gheddafi. I soldi sarebbero serviti per finanziare illegalmente la sua campagna presidenziale nel 2007. La Corte penale di Parigi, che aveva pronunciato la sentenza poco più di un mese fa, lo aveva invece assoluto da altre accuse – appropriazione indebita di fondi pubblici e corruzione passiva.
La legge francese però prevede che in caso di ricorso la pena venga sospesa fino alla sentenza definitiva. Dunque, dopo che Sarkozy ha presentato l'appello, i giudici dovevano stabilire se in attesa del processo di secondo grado era necessario che rimanesse in carcere in via cautelare. La Corte d'Appello ha deciso oggi che la richiesta di rilascio era "ammissibile" perché "non c'è alcun rischio di manomissione delle prove, pressioni o collusione" da parte dell'ex presidente della Repubblica, e quindi "la custodia cautelare in carcere non è giustificata".
Sarkozy sarà in libertà ma sotto sorveglianza giudiziaria. Non potrà lasciare la Francia, e avrà anche il divieto di incontrare il ministro della Giustizia Gerald Darmanin, che gli aveva fatto visita in carcere il 29 ottobre, suscitando polemiche. Ora, come ha spiegato uno degli avvocati dell'ex presidente francese Christophe Ingrain, l'attenzione si sposta sul processo d'appello.
Nel suo intervento in videoconferenza, durante l'udienza di oggi, Sarkozy ha parlato del suo breve periodo in carcere. Ha detto che è stata un'esperienza "molto dura", "estenuante". E ha parlato anche della sua condanna: "So che questa non è la sede per discutere il merito del mio caso, ma non ho mai avuto l'idea o la folle intenzione di chiedere soldi al signor Gheddafi. E non confesserò mai qualcosa che non ho fatto. Non avrei mai immaginato di arrivare a 70 anni e di andare in prigione. È un calvario imposto".
E ancora, al termine della seduta: "Sono consapevole della gravità delle accuse a mio carico, ma tre settimane al carcere di La Santé non cambieranno il mio atteggiamento. Sono francese, signor presidente (della Corte, ndr), amo il mio Paese, la mia famiglia è in Francia. Lotterò affinché prevalga la realtà, e rispetterò tutti gli obblighi che mi sono stati imposti. Voglio rendere omaggio al personale penitenziario che ha dimostrato un'umanità eccezionale e che ha reso sopportabile questo incubo".