Nella Striscia non si ferma l’orrore: il giornalista Saleh Al-Jafarawi ucciso a Gaza City questa sera

Immaginatevi di sopravvivere a due anni di incessanti bombardamenti, di essere sfollati decine e decine di volte, di vivere lontano dalla vostra famiglia, di svegliarvi per più di 730 mattine e raccontare della vostra gente uccisa dai droni, morta di fame e di sete e intanto tenervi in piedi grazie ad acqua e sale. Immaginatevi di essere un giornalista di Gaza, di sopravvivere al genocidio, di festeggiare il tanto sperato cessate il fuoco ed essere ucciso due giorni dopo, nella vostra città natale.
Saleh Al-Jafarawi aveva 27 anni e gli occhi pieni di gioia mentre, due giorni fa, annunciava il cessate il fuoco: “State vivendo questa immensa gioia, la gioia delle strade della Striscia di Gaza, in questo momento sentiamo queste emozioni, dopo due anni di torture, di massacri, di sfollamenti forzati e uccisioni oggi la gente di Gaza ha finalmente il diritto di essere felice, ha il diritto di festeggiare, il diritto di dormire in pace”, aveva urlato per le strade di Gaza City mentre veniva preso in braccio dalla popolazione in festa.
Ma a Gaza non c’è fine all’orrore, non c’è fine al terrore, non c’è fine al sangue, non c’è fine ai crimini di guerra e Saleh Al-Jafarawi è stato ucciso qualche ora fa nelle stesse strade in cui aveva festeggiato, nel Sud di Gaza City, nel Nord della Striscia.
Nessuna pace senza giustizia, dicono, eppure a Gaza non si può ancora neanche parlare di cessate il fuoco. Al-Jafarawi è stato sparato in testa da milizie locali sostenute e finanziate da Israele, come denunciano media locali, in chiave anti-Hamas. Il giornalista è stato ucciso mentre stava raccontando gli scontri a Gaza City tra le milizie rivali di Hamas e le forze di sicurezza interna affiliate al gruppo islamista, al potere nella Striscia. Negli stessi scontri, secondo quanto riferito da Hamas, alcuni suoi agenti sono stati uccisi da una milizia rivale.
Dopo il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza City, infatti, è iniziata l’operazione di “pulizia” da parte dei miliziani palestinesi contro tutte le milizie gazawi considerate “traditrici” e che nel corso di questi mesi sono state finanziate direttamente da Tel Aviv contro Hamas (come dimostrato da diverse inchieste indipendenti, in ultimo quella di Sky News 24). Decine di sospetti collaboratori e membri di clan anti-Hamas, sono stati arrestati dalle forze di sicurezza palestinese, che fanno riferimento ad Hamas, dall'entrata in vigore del cessate il fuoco con Israele nella Striscia di Gaza. Secondo media palestinesi molti di essi "saranno giustiziati".
Al-Jafarawi è il 255esimo (dato riportato dall’emittente qatariota Al Jazeera) giornalista ucciso nella striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 ad oggi. Un video che in queste ore sta girando online lo ritrae insieme ad Anas al-Sharif, finalmente riuniti dopo mesi di guerra. Al-Sharif, volto simbolo del giornalismo a Gaza, fu ucciso all’ospedale Al-Shifa lo scorso 10 agosto, in un attacco mirato dell’esercito israeliano. Oggi li immaginiamo di nuovo insieme.