Nel 2025 sono stati uccisi 67 giornalisti, quasi la metà assassinati dall’Idf a Gaza

In un anno nel mondo sono stati uccisi mentre facevano il loro lavoro 67 giornalisti, quasi la metà dei quali morti nella Striscia di Gaza "sotto il fuoco delle forze armate israeliane". Sono i numeri riportati dall'organizzazione Reporters sans frontières nel rapporto 2025 che mostra il numero di giornalisti uccisi mentre erano in servizio.
"È aumentato nuovamente, a causa delle pratiche criminali delle forze armate regolari e non regolari e della criminalità organizzata," ha dichiarato l'organizzazione per la libertà di stampa, aggiungendo che "i giornalisti non muoiono, vengono uccisi".
"È legittimo criticare i media: la critica dovrebbe fungere da catalizzatore per il cambiamento che garantisce la sopravvivenza della stampa libera, un bene pubblico. Ma non deve mai sfociare nell'odio per i giornalisti, che nasce in gran parte o è alimentato dalle forze armate e dalle organizzazioni criminali", ha detto il direttore generale di RSF Thibaut Bruttin.
"Testimoni chiave della storia, i giornalisti sono diventati vittime collaterali, testimoni oculari scomodi, merce di scambio, pedine nei giochi diplomatici, uomini e donne da ‘eliminare'. – aggiunge – Dobbiamo diffidare delle false nozioni sui giornalisti: nessuno dà la vita per il giornalismo, gli viene tolta".
Quasi la metà dei giornalisti uccisi nel 2025 sono morti a Gaza
Come giù anticipato, dal report, che prende in considerazione il periodo dal 1° dicembre 2024 al 1° dicembre 2025, emerge che quasi la metà (il 43%) dei giornalisti uccisi negli ultimi 12 mesi è stata assassinata a Gaza dalle forze armate israeliane.

(Vianney Loriquet / RSF)
Anche in Ucraina l'esercito di Mosca continua a prendere di mira giornalisti stranieri e ucraini. Così come il Sudan, zona di guerra eccezionalmente letale per i professionisti dell'informazione.
Dal rapporto emerge inoltre che i giornalisti sono più a rischio all'interno dei loro Paesi. Sono due gli inviati uccisi quest'anno mentre lavoravano lontano dalle loro case.
Sono il fotoreporter francese Antoni Lallican, ucciso da un attacco di droni russi in Ucraina, e il giornalista salvadoregno Javier Hércules, ucciso in Honduras. Tutti gli altri giornalisti assassinati lavoravano nei loro Paesi di origine.
Reporters sans frontières dedica un focus particolare al Messico, dove i gruppi criminali organizzati sono responsabili dell'aumento definito ‘allarmante' degli omicidi di giornalisti registrato nel 2025.
Secondo l'organizzazione, quest'anno è stato il più mortale degli ultimi 3. Il Messico è il secondo paese più pericoloso al mondo per i giornalisti. Qui nove giornalisti sono morti mentre svolgevano la loro professione.
Oltre 500 i giornalisti arrestati nel mondo
Al 1° dicembre 2025 erano 503 i giornalisti detenuti in 47 paesi in tutto il mondo. La più grande prigione per i professionisti dell'informazione è ancora la Cina, con 121 arresti, seguita dalla Russia (48) e poi dal Myanmar (47).

La Russia di Vladimir Putin è lo Stato che imprigiona più giornalisti stranieri di qualsiasi altro (26), seguita da Israele (20), dove sono detenuti 20 giornalisti palestinesi (16 dei quali arrestati negli ultimi due anni a Gaza e in Cisgiordania).
Scomparsi e tenuti in ostaggio
Attualmente sono 135 i giornalisti che risultano scomparsi in 37 Paesi. Di alcuni non si hanno notizie da oltre 30 anni. Sebbene i professionisti dell'informazione scompaiano in tutto il mondo, la tendenza aumenta notevolmente in Messico (28) e Siria (37).
Molti sono stati tenuti in ostaggio dall'ISIS o imprigionati da Bashar al-Assad, ma la caduta dei due regimi non ha ancora portato al loro ritrovamento.
Nel mondo 20 giornalisti sono tenuti in ostaggio. I ribelli Houthi ne hanno catturati 7 nel 2025, rendendo lo Yemen il Paese con il maggior numero di giornalisti vittime di sequestro negli ultimi 12 mesi.