Monaco 1972, l’interminabile sequestro finito nel sangue di undici atleti delle Olimpiadi

Anno 1972. Mentre in Italia, Franco Freda e Giovanni Ventura vengono incriminati per la strage di Piazza Fontana, in Friuli tre carabinieri muoiono nella strage nera di Peteano e nelle sale viene proiettata la prima de Il padrino di Francis Ford Coppola, a Monaco di Baviera si aprono i ventesimi Giochi olimpici. La città tedesca affacciata sulle rive del fiume Isar si popola di turisti venuti da tutto il mondo per assistere alla competizione, si respira un clima di festa.
21 ore
Intorno alle 4 del mattino del 5 settembre, un gruppo di atleti con le loro borse decorate con stemmi e bandiere si trova all'esterno del villaggio olimpico. Quella sera alcune delegazioni si erano mosse per andare ad assistere al musical Il violinista sul tetto: si trattava probabilmente di qualcuno che si era staccato dal gruppo ed era rimasto chiuso fuori. In soccorso del gruppetto si adopera una manciata di atleti americani: uno a uno aiutano i ritardatari a scavalcare il cancello e a entrare.
Dopo quaranta minuti il lottatore israeliano Gad Tsobari scappa dall'edificio indossando solo i pantaloni, mentre una addetta alle pulizie che stava per iniziare il suo turno telefona alla sicurezza del villaggio Olimpico. Entrambi vogliono dare un messaggio d'allarme, ma la seconda ha più fortuna del primo: la donna denuncia uno sparo proveniente dal piano terra; l'uomo tenta di spiegare a una troupe della ABC che un gruppo di uomini armati è entrato negli alloggi degli atleti, nessuno dei giornalisti, però, comprende il suo inglese stentato. Quando uno dei responsabili della sicurezza si avvicina all'edificio per chiedere cosa stesse accadendo, un uomo con il volto incappucciato in una calza con due occhielli ritagliati all'altezza degli occhi, si affaccia. La risposta alla richiesta è un macabro e inquietante gesto: un cadavere viene fatto rotolare fuori.
I vertici della sicurezza nazionale tedesca vengono informati che un commando di terroristi ha appena preso d'assalto il villaggio olimpico: in mano ha undici ostaggi. Mentre ci si chiede chi siano gli aguzzini delle Olimpiadi, un foglio con una richiesta di riscatto svolazza dal balcone del primo piano. I sequestratori chiedono che entro le 9 del mattino vengano scarcerati 234 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane e liberati i terroristi tedeschi della Rote Armee Fraktion, Andreas Baader e Ulrike Meinhof, detenuti in Germania. In cambio libereranno gli atleti tenuti in ostaggio. A tenere in mano i fucili sono, ovviamente i fedayn arabi dell'organizzazione Settembre nero: gli ostaggi sono israeliani. Un capitolo della guerra tra Israele e Palestina ha scelto come scenario proprio il luogo in cui sono puntati gli occhi dell'Europa, alle Ventesime Olimpiadi.
Un uomo di nome Issa si assume il ruolo di negoziatore e inizia la lunga trattativa con le autorità. Mentre due tentativi di blitz falliscono, frotte di manifestanti chiedono l'interruzione dei Giochi. tuttavia, Il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Avery Brundage decide che le Olimpiadi devono andare avanti. I terroristi sono stanchi, minacciano di uccidere gli ostaggi, chiedono di essere trasferiti a Il Cairo e dopo ore di trattative si decise di farli salire su due elicotteri in partenza dal piazzale del villaggio olimpico e diretti alla base aerea di Furstenfeldbruck, da dove sarebbero volati in Egitto. Sulla pista dell'aeroporto una squadra di agenti scelti attende l'arrivo dei terroristi per liberare gli ostaggi. Il commando scopre subito il piano, inizia un conflitto a fuoco in cui muiono cinque guerriglieri arabi. Consapevoli che stavano soccombendo, i terroristi sopravvissuti decidono di uccidere tutti gli ostaggi. All'una e trenta del 6 settembre 1972 tutto è finito. Sono bastate ventuno ore a cambiare lo scacchiere internazionale.
L'epilogo
I giochi olimpici continuarono interrotti eccetto che per una cerimonia di commemorazione delle vittime. I tre terroristi sopravvissuti vennero arrestati e poi scarcerati nell'ambito di una trattativa per il dirottamento di un aereo della Lufthansa partito da Palma de Maiorca e diretto a Francoforte. Dopo l'eccidio di Monaco di Baviera, il primo ministro israeliano Golda Meir avviò l'operazione Ira di Dio (Mivtza Za'am Ha'e).
I servizi segreti israeliani del Mossad perseguitarono tutti coloro che avevano preso parte, direttamente o indirettamente al massacro, anche finanziandolo. La lista di Golda avrebbe fatto vittime per i successivi 20 anni. Solo nel 1992, le vedove di due vittime del massacro, Ilana Romano, moglie del sollevatore di pesi che per primo morì nel tentativo di bloccare i sequestratori e Ankie Spitzer, moglie dell’allenatore di scherma André, anche lui ucciso nello stesso frangente, videro per la prima volta le foto dei corpi dei loro mariti.
Le vedove vennero finalmente a conoscenza di ciò che i loro mariti avevano subito veramente durante il sequestro: "A Yossef – ha raccontato la vedova di Romano al New York Times – furono tagliati i genitali attraverso la biancheria e fu abusato", tutto alla presenza di altri ostaggi. Anche altre vittime furono brutalmente picchiate e torturate. "I terroristi hanno sempre sostenuto che non avevano intenzione di uccidere nessuno, ma di liberare i loro compagni in prigione in Israele", ha detto la signora Spitzer. "Non è vero. Sono venuti torturare e uccidere. " Da allora le due donne continuano a battersi perché le Olimpiadi vengano aperte con una cerimonia in ricordo delle vittime di Monaco di Baviera, ciononostante gli atleti morti nel 1972 vengono ricordati insieme a tutti gli altri sportivi morti tragicamente. A distanza di 45 anni, il massacro di Monaco è ancora un tabù.
Vittime del massacro di Monaco di Baviera
David Berger, 28 anni, pesista, nato americano trasferitosi in Israele
Ze'ev Friedman, 28 anni, pesista, polacco
Yossef Gutfreund, 40 anni, arbitro di lotta greco-romana
Eliezer Halfin, 24 anni, lottatore, nato in Unione Sovietica, cittadino israeliano
Yossef Romano, 31 anni, pesista, nato in Libia
Amitzur Shapira, 40 anni, israeliano, allenatore di atletica leggera, nato in Israele
Kehat Shorr, 53 anni, allenatore di tiro a segno, nato in Romania
André Spitzer, 27 anni, allenatore di scherma, nato in Romania
Yakov Springer, 51 anni, polacco, giudice di sollevamento pesi
Moshe Weinberg, 33 anni, israeliano, allenatore di lotta greco-romana, nato in Israele.