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Guerra in Ucraina

Minaccia nucleare nelle intercettazioni dei generali russi, ma Mosca: “L’useremo solo se aggrediti”

Il ministero degli Esteri russo ha ribadito in un comunicato stampa che potrebbe utilizzare armi nucleari “esclusivamente in risposta all’aggressione”. La notizia arriva nel giorno in cui il New York Times ha fatto sapere di alcune telefonate tra i generali russi, intercettate dall’Intelligence Usa, in cui si parla di bombe tattiche nucleari in Ucraina.
A cura di Ida Artiaco
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La Russia "ipoteticamente consente una reazione utilizzando armi nucleari esclusivamente in risposta all'aggressione con l'utilizzo di armi di distruzione di massa o ad un'aggressione con armi convenzionali quando l'esistenza stessa dello stato è minacciata". Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri russo guidato da Lavrov in una nota citata da Interfax.

Mosca ribadisce il no al nucleare se non in caso di aggressione

Nello stesso comunicato si legge: "Confermiamo pienamente il nostro impegno per la dichiarazione congiunta dei leader dei cinque Stati che dispongono di armi nucleari sulla prevenzione di una guerra nucleare e sulla prevenzione di una corsa agli armamenti del 3 gennaio 2022.

Chiediamo agli altri Stati dotati di armi nucleari di dimostrare in pratica la loro volontà di lavorare per risolvere questo compito prioritario, e di abbandonare i pericolosi tentativi di violare gli interessi vitali reciproci mentre restano in equilibrio sull'orlo di un conflitto armato e incoraggiano provocazioni con armi di distruzione di massa che possono portare a conseguenze catastrofiche".

L'indiscrezione del New York Times sulle intercettazioni dei generali russi

La precisazione arriva poche ore dopo la pubblicazione da parte del New York Times dell'indiscrezione secondo cui in alcune conversazioni telefoniche tra generali russi, intercettate dall'Intelligence americana, si faccia riferimento al possibile ricorso alle bombe tattiche nucleari in Ucraina.

Secondo il quotidiano a stelle e strisce, i colloqui in questione sarebbero avvenuti a metà ottobre, cioè proprio nei giorni in cui Joe Biden avvertiva ripetutamente Vladimir Putin che in caso di attacco atomico ci sarebbero state "conseguenze catastrofiche" per il Cremlino.

Poi era stato lo stesso presidente russo a smorzare la tensione a fine mese affermando che "un attacco nucleare contro l'Ucraina non ha senso, né dal punto di vista politico né da quello militare".

Ma la situazione rimane confusa. Sempre oggi il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, ha detto che gli Usa sono "sempre più preoccupati" dal possibile uso di armi nucleari da parte della Russia, mentre ieri il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev aveva ribadito che Mosca è pronta a usare il nucleare per difendere i territori ucraini annessi.

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