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Marò incontrano parlamentari italiani: “Siamo soldati, soffriamo con dignità”

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone raggiunti in India da una delegazione di parlamentari italiani: “Non immaginate quanto sia importante per noi questa missione, per il suo carattere unitario e perché ci fa sentire la voce dell’Italia”.
A cura di Susanna Picone
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Alcuni parlamentari italiani hanno raggiunto oggi New Delhi per incontrare i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, da quasi due anni in India perché accusati di aver ucciso due pescatori. È stato un incontro organizzato per esprimere solidarietà ai due fucilieri e per dimostrare alle autorità locali che sulla vicenda l’Italia ha una posizione unitaria. Ed è stato un incontro che gli stessi militari aspettavano da tempo: “Non immaginate quanto sia importante per noi questa missione, ci fa sentire la voce dell’Italia”, così Latorre e Girone alla delegazione. Rappresentanti di tutte le forze parlamentari guidati dai presidenti delle commissioni Esteri di Camera e Senato sono stati accompagnati da un gruppo di giornalisti. La delegazione ha incontrato i due militari nel complesso della sede diplomatica italiana, dove Latorre e Girone risiedono da circa un anno. “Siamo soldati, soldati italiani, dobbiamo soffrire con dignità”, ha detto Latorre aggiungendo di augurarsi “di tornare con onore”. Girone, da parte sua, ha detto che molti indiani li apprezzano come persone, che tanti pregano per loro. “Mio figlio più grande ha 12 anni, è preoccupato, mi chiede sempre notizie”, ha spiegato ancora Girone.

“Governo indiano si è cacciato in un groviglio” – Intanto in India i media parlano dei problemi che la vicenda dei due marò italiani sta causando al governo di New Delhi: secondo l’Hindustan Timres, l’esecutivo “si è cacciato in groviglio” e ha difficoltà a trovare una soluzione allo stallo del processo entro il 3 febbraio, come stabilito dalla Corte Suprema. Il nodo risiederebbe nella decisione di affidare le indagini alla Nia che può invocare leggi come il “Sua Act” che prevede la pena di morte in caso di omicidio. Dall’Italia, infine, è tornata a parlare del caso marò anche il ministro degli Esteri Emma Bonino: a suo dire all’origine della complessa vicenda ci sono anche “personaggi che si agitano molto”. Il riferimento va alla legge La Russa, il sui decreto – così Bonino a Radio 24 – “prevedeva la presenza di militari su navi civili senza stabilire per bene le linee di comando, tutto questo sarà utile rivederlo”.

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