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Guerra in Ucraina

Mariupol, foreign fighter si arrende ai russi perché è rimasto senza cibo

La drammatica testimonianza di Aiden Aslin, 28enne britannico, marine dell’esercito ucraino, dopo essersi trasferito in Ucraina nel 2018. Ora combatte a Mariupol, ma la sua unità non ha più cibo, munizioni o rifornimenti. E la resa pare sempre più vicina…
A cura di Biagio Chiariello
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Un ex operatore sanitario del Nottinghamshire potrebbe diventare il primo prigioniero di guerra britannico nel conflitto in Ucraina. Aiden Aslin, 28 anni, si è trasferito in Ucraina nel 2018 dopo essersi innamorato di una donna di Mykolaiv, e ora sta combattendo a fianco di un'unità di marines di Mariupol, assediata da oltre un mese dalle truppe di Putin e divenuta una delle città simbolo di questa guerra.

A Mariupol i pesanti bombardamenti delle forze russe non si sono praticamente mai arrestati ed ora la situazione per i militari ucraini è a dir poco disperata. Tanto che la resa pare ormai vicina. La conferma arriva dalla Bbc, a cui la famiglia e gli amici di Aiden Aslin hanno raccontato la sua testimonianza drammatica. "Mi ha chiamato e mi ha detto che non avevano più armi per combattere. Hanno combattuto un inferno" ha raccontato sua madre, Ang Wood.

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Un amico di Aslin ha detto di avergli parlato al telefono e gli è stato detto che l’unità non aveva cibo, munizioni o rifornimenti: "Non hanno altra scelta che arrendersi. Non possono uscire. Non possono reagire. Sono sicuro che se gli fosse rimasto un proiettile, l’avrebbero sparato". Anche il medico di guerra River O'Mahoney Hagg, che ha combattuto con Aslin in Siria, ha confermato la "terribile notizia" che la sua unità "non aveva altra scelta che arrendersi". "Ha detto che vi ama tutti. È forte nello spirito e non ha mostrato alcuna debolezza. Si sta arrendendo ai russi, il che è solo leggermente meglio che arrendersi ai ceceni. Il loro comandante li incontrerà presto. Ti prego, Signore, abbi pietà di loro" ha detto Hagg.

Mosca ha minacciato di avviare un’azione penale contro i foreign fighters che si recano in Ucraina per combattere. Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha affermato che "nessuno dei mercenari che l’Occidente invia in Ucraina per combattere sarebbe considerato combattente secondo il diritto umanitario internazionale o godrebbe dello status di prigioniero di guerra".

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