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Talebani a Kabul: le ultime news sull'Afghanistan

Malala Yousafzai chiede protezione per le donne in Afghanistan: “Paese torna indietro di secoli”

Il premio Nobel per la pace Malala Yousafzai sa bene cosa significa crescere sotto la minaccia dei Talebani: nel 2012 fu ferita alla testa da un colpo d’arma da fuoco esploso da un militante su uno scuolabus. La sua colpa? L’impegno a favore del diritto all’istruzione femminile. Oggi guarda con preoccupazione cosa sta succedendo a Kabul e chiede a tutti i Paesi di aprire le frontiere ai rifugiati.
A cura di Beatrice Manca
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Il premio Nobel per la pace Malala Yousafzai ha espresso la sua enorme preoccupazione per il ritorno dei Talebani a Kabul, chiedendo a ogni Paese del mondo di permettere l'ingresso ai rifugiati che scappano dall'Afghanistan. L'attivista 24enne conosce bene cosa significa crescere sotto la minaccia dei Talebani: quando era appena adolescente, nel 2012, fu ferita alla testa da un colpo d'arma da fuoco esploso proprio da un militante. La sua colpa? L'impegno a favore del diritto all'istruzione femminile. "Noi parliamo di progresso, di parità di diritti e di uguaglianza di genere – ha detto in un'intervista alla Bbc – non possiamo rimanere a guardare un Paese che torna indietro di decenni, di secoli".

Malala Yousafzai stava viaggiando su uno scuolabus quando un militante ha aperto il fuoco, ferendo gravemente lei e due compagne di scuola. La ragione era un blog che curava per la Bbc, in cui documentava la vita in Pakistan e che l'ha fatta finire nel mirino dei Talebani. Una volta ripresa si è trasferita nel Regno Unito, a Birmingham, dove ha continuato il suo impegno a favore delle donne. A 17 anni è diventata la più giovane persona al mondo a vincere il premio Nobel per la pace. Il suo impegno non si è mai fermato e oggi la sua preoccupazione è rivolta principalmente all'Afghanistan, di nuovo in mano ai Talebani: le donne ora rischiano di tornare indietro di oltre vent'anni per quanto riguarda diritti e libertà. "Dobbiamo compiere delle azioni decise per garantire protezione e sicurezza alle donne e alle ragazze, per la sicurezza delle minoranze e per la pace nella regione".

Malala: "Il futuro delle ragazze non è perduto"

Malala Yousafzai ha ribadito che ogni Paese ha una responsabilità in questo momento e ha chiesto di aprire le frontiere per chi scappa, cercando di salvarsi la vita: alcuni Paesi, inclusa l'Austria, si sono già detti contrari ad accogliere gli sfollati. In particolare si è rivolta al suo Paese, il Pakistan: "Ho scritto una lettera al primo ministro Imran Khan, per chiedergli di permettere l'ingresso ai profughi ma soprattutto affinché assicuri ai rifugiati, in particolare alle bambine, il diritto alla sicurezza e l'accesso all'istruzione". Già il 15 agosto, il giorno della caduta di Kabul, l'attivista aveva espresso la sua preoccupazione per la situazione afghana. In un tweet aveva scritto di assistere in un completo "stato di shock" per l'avanzata dei Talebani e di essere "profondamente preoccupata" per le conseguenze sui diritti umani, in particolare quelli delle donne e delle minoranze. Nell'intervista alla Bbc, Malala Yousafzai sottolinea ancora una volta l'importanza dell'istruzione, potente strumento di emancipazione femminile. Chiede infatti che le ragazze che oggi scappano dall'Afghanistan possano continuare a studiare, magari nelle scuole locali o nei campi di accoglienza. "Il loro futuro non è perduto", conclude.

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