Madre uccide i due figli, nasconde i corpi in valigie e scappa dal Paese: è colpevole, rischia l’ergastolo

Hakyung Lee, la donna coreana di 45 anni accusata di aver ucciso i suoi due figli e aver occultato per anni i loro cadaveri, è stata dichiarata colpevole dall'Alta Corte di Auckland (Nuova Zelanda) il 23 settembre.
I fatti risalgono al 2018. Secondo quanto ricostruito, il 27 giugno di quell'anno Lee ha ucciso sua figlia Yuna Jo, 8 anni, e suo figlio Minu Jo, 6 anni, nella loro casa in un sobborgo di Auckland. Avrebbe utilizzato delle pillole antidepressive, sciolte in un succo di frutta. Lee ha poi messo i due corpi in delle valigie, che ha nascosto all'interno di un deposito. Poco dopo l'omicidio, la donna ha cambiato nome ed è tornata al suo paese d'origine, la Corea del Sud.
A scoprire tragicamente i cadaveri nel giugno 2022, quattro anni dopo l'omicidio, è stata una famiglia che ha acquistato il magazzino, messo all'asta quando Lee aveva smesso di pagarne l'affitto.
A novembre 2022 la quarantacinquenne è stata estradata in Nuova Zelanda per affrontare il processo, che poi però è stato rimandato per nuove indagini e perizie psichiatriche. In questo lasso di tempo, Lee ha sempre negato la propria responsabilità.
Il processo è iniziato ufficialmente lo scorso lunedì 8 settembre. L'accusa mossa a Lee era quella di omicidio volontario. La donna ha deciso di difendersi da sola e di seguire il processo da una sala separata della corte di Auckland, aiutata da un'interprete.
È stata comunque aiutata da due consulenti legali, che hanno sostenuto la sua infermità mentale. L'avvocatessa Lorraine Smith ha infatti definito Lee come una "persona fragile", caduta in depressione a causa della morte del marito, avvenuta pochi mesi prima dell'omicidio dei figli.
Durante la malattia dell'uomo, Lee si sarebbe convinta che sarebbe stato meglio se fossero morti tutti e quattro. Infatti, secondo la difesa, quando ha ucciso i figli Lee avrebbe anche provato a suicidarsi con le stesse pillole antidepressive, ma avrebbe sbagliato il dosaggio e si sarebbe quindi svegliata ancora in vita.
Di parere diverso è stata l'accusa, che ha parlato di un "calcolo razionale", visto l'occultamento dei cadaveri e la fuga all'estero con il cambio di nome. Secondo le perizie psichiatriche, la donna era sicuramente depressa al momento dell'omicidio, ma non folle. Anzi, avrebbe ucciso i figli per liberarsi dal peso di doversene prendere cura da sola.
Alla fine del dibattimento, dopo meno di 4 ore di deliberazione la giuria ha definito Lee colpevole di duplice omicidio. La sentenza per la donna verrà emessa a novembre 2025: probabilmente si tratterà di un ergastolo.