Macron vuole riconoscere lo Stato di Palestina, Israele lo attacca: “È una crociata contro di noi”

Riconoscere uno Stato palestinese non è semplicemente un dovere morale, ma un'esigenza politica". Le parole del presidente francese Emmanuel Macron hanno scatenato la reazione di Israele e del governo Netanyahu, che ha accusato Macron di condurre una "crociata contro lo Stato ebraico". Il leader francese ha anche invitato l'Europa ad avere una posizione "più dura" nei confronti di Israele per ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza, perché se "l'occidente abbandonerà Gaza" allora rischierà di "perdere ogni credibilità" a livello internazionale.
Macron chiede una "posizione più dura" dell'Ue su Israele
La posizione di Macron sulla Palestina non è una novità: già a febbraio del 2024 aveva detto che riconoscere lo Stato palestinese per la Francia non era più "un tabù". Circa un mese e mezzo fa, poi, aveva detto apertamente in un'intervista televisiva che il Paese avrebbe potuto decidere di riconoscere la Palestina "nei prossimi mesi". Il tema è delicato: a riconoscere la Palestina sono ben 147 Stati nel mondo, ma pochissimi tra quelli occidentali. Quando Spagna, Norvegia e Irlanda l'hanno fatto lo scorso anno sono stati tra i primi. La Francia sarebbe il più influente Paese occidentale a riconoscere lo Stato palestinese.
Macron ha detto, appunto, che il riconoscimento è un dovere morale ma anche un'esigenza politica, e che "gli europei devono rafforzare la loro posizione collettiva contro Israele se non ci sarà una risposta commisurata alla situazione umanitaria che verrà fornita nelle prossime ore e nei prossimi giorni nella Striscia di Gaza". Linea dura, dunque, nei confronti degli attacchi portati avanti dal governo israeliano contro la popolazione della Striscia.
E non solo: se i Paesi occidentali "abbandoneranno Gaza" e lasceranno "che Israele faccia ciò che vuole", rischieranno di "perdere ogni credibilità con il resto del mondo", ha aggiunto, dicendo che si dovrebbero applicare gli stessi standard utilizzati per l'Ucraina. L'invito ai Paesi europei è di avere una "posizione più dura" verso il governo Netanyahu.
La replica di Israele: "Per Macron il 7 ottobre è festa nazionale"
L'intervento, naturalmente, non è piaciuto all'esecutivo israeliano. Il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha dichiarato in una nota che il presidente francese sta conducendo una "crociata contro lo Stato ebraico". E ha aggiunto: "Non esiste alcun blocco umanitario. Questa è una palese menzogna", nonostante moltissime organizzazioni internazionali e autorità politiche abbiano confermato che Israele blocca da settimane gli aiuti umanitari rivolti alla Striscia.
"Invece di fare pressione sui terroristi jihadisti, Macron vuole ricompensarli con uno Stato palestinese. Non c'è dubbio che la sua festa nazionale sarà il 7 ottobre", ha attaccato il ministero israeliano.
Il ministro della Difesa Israel Katz ha visitato oggi un ex insediamento israeliano in Cisgiordania, che era stato smantellato nel 2005 e ieri è stato nuovamente autorizzato: "Questo è un messaggio chiaro a Macron e ai suoi amici: riconosceranno uno Stato palestinese sulla carta, e quella carta finirà nella spazzatura della storia. Noi costruiremo lo Stato ebraico israeliano qui sul territorio, e lo Stato di Israele prospererà".