Lussemburgo, il premier Juncker si dimette: travolto da scandalo intercettazioni

Dopo 18 anni ininterrotti da primo ministro del Lussemburgo, Jean-Claude Juncker ha gettato la spugna, travolto dallo scandalo delle intercettazioni illegali. Lo ha annunciato ieri sera, lo stesso Junker, precisando che verrà convocata una riunione di governo per presentare formalmente le dimissioni al Granduca. La decisione arriva dopo che oltre all'opposizione, anche gli alleati socialisti di Alex Brody, che si sono detti pronti a togliere il sostegno all'esecutivo e hanno già chiesto elezioni anticipate entro tre mesi. In un rapporto della commissione d'inchiesta sulla condotta dei servizi segreti Srel, che per anni avrebbero spiato e intercettato illegalmente un gran numero di cittadini, viene puntato il dito contro il premier del Granducato per la "responsabilità politica" di quelli che vengono definiti "gravi malfunzionamenti" dell'Intelligence lussemburghese.
“Non sono immune dal commettere errori – ha dichiarato Jean-Claude Juncker che dal 2005 all'inizio di quest’anno era stato anche presidente dell'Eurogruppo – Ne ho commessi, ma erano minimi. Ne ho risposto davanti al parlamento che non ha accettato le mie obiezioni. Quindi non resta nessun’altra strada che quella di organizzare elezioni anticipate”. L'ormai ex premier dice comunque di essere pronto a ricandidarsi. “Il partito democratico – ha dichiarato Claude Meisch, PD – ha chiesto quattro settimane fa all'attuale governo di dimettersi e lasciare il posto ad un nuovo esecutivo da eleggere attraverso nuove elezioni. Il Lussemburgo ha molti problemi e come vediamo il governo è molto occupato da tutti questi scandali”.