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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

L’Onu conferma la carestia a Gaza, è la prima volta: “132mila bambini a rischio”. Israele: “Bugie”

A Gaza “oltre mezzo milione di persone si trova ad affrontare condizioni catastrofiche caratterizzate da fame, miseria e morte”. Lo conferma un rapporto dell’Onu, che per la prima volta dichiara ufficialmente che nella Striscia c’è una carestia, “causata interamente dall’uomo”. A rischio di morte 132mila bambini sotto i cinque anni. Ma Israele smentisce.
A cura di Luca Pons
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La carestia nella provincia di Gaza "è confermata, con prove ragionevoli", ed è "interamente causata dall'uomo". Se le cose non cambiano si estenderà entro poche settimane alle altre aree della Striscia di Gaza, e "almeno 132mila bambini sotto i cinque anni soffriranno di malnutrizione acuta", con "41mila ad alto rischio di morte". Lo ha affermato ufficialmente, per la prima volta, il Famine review committee, un organismo delle Nazioni unite composto da studiosi ed esperti.

Il rapporto applica il cosiddetto Ipc (un sistema di Classificazione integrata della sicurezza alimentare) per misurare la situazione nella Striscia; è la quinta volta che gli esperti si dedicano alla Striscia negli ultimi tre anni, e la prima volta che la carestia viene confermata. Ma il governo israeliano ha immediatamente smentito, affermando che si tratterebbe di dati falsati.

Da quanto è nato, nel 2004, l'Ipc aveva dichiarato ufficialmente una situazione di carestia solamente in due casi: in Somalia, nel 2011, e in Sud Sudan nel 2017. A conferma di quanto siano stringenti i requisiti e i metodi di analisi utilizzati. Requisiti che oggi si trovano tutti a Gaza, dove secondo il ministero della Salute quasi 300 persone sono morte finora solo per fame o malnutrizione, tra cui oltre 100 bambini.

I numeri della carestia a Gaza

"Oltre mezzo milione di persone nella Striscia di Gaza si trova ad affrontare condizioni catastrofiche caratterizzate da fame, miseria e morte", si legge nel rapporto dettagliato di 59 pagine. "Altri 1,07 milioni di persone si trovano in condizioni di emergenza", e tutti i restanti abitanti della striscia, ovvero "396.000 persone" sono "in condizioni di crisi". "Emergenza" e "crisi" sono i due gradini subito sotto la carestia vera e propria.

Gli esperti spiegano che la situazione andrà sempre peggio, e entro la fine di settembre ci si aspetta che l'intera Striscia sia in piena carestia. E così, da qui a giugno del prossimo anno, "si prevede che almeno 132mila bambini sotto i cinque anni soffriranno di malnutrizione acuta". Tra questi anche "oltre 41mila casi gravi di bambini ad alto rischio di morte". L'elenco non finisce: "Quasi 55.500 donne incinte e in allattamento malnutrite avranno bisogno di un intervento nutrizionale urgente".

L'appello urgente ai governanti

C'è anche un appello, nel rapporto: "La carestia è una corsa contro il tempo". Il tempo "per dibattiti e esitazioni è passato, la fame è presente e si sta diffondendo rapidamente". Un ritardo "anche di giorni" causerà un "aumento inaccettabile della mortalità".

Tra le richieste c'è quella di una "cessazione delle ostilità immediata e sostenuta nel tempo". Un piano di cessate il fuoco è stato accettato da Hamas lunedì, mentre è ancora attesa la risposta del governo israeliano, che nel frattempo ha iniziato l'invasione militare di Gaza City e annunciano che centinaia di migliaia di civili dovranno di nuovo essere sfollati.

Gli esperti chiedono anche di "garantire accesso sicuro e incondizionato ad aiuti umanitari". Sottolineano che serve "assistenza umanitaria immediata, su larga scala, senza ostruzioni e diversi settori" per "evitare ulteriore malnutrizione, fame e morte". Questo è anche "l'unico modo per fermare le intercettazioni di camion di aiuti da parte della popolazione disperata".

In più, bisognerebbe "proteggere i civili e il personale umanitario" nella Striscia, ristrutturare le infrastrutture critiche essenziali per la sopravvivenza, far ripartire il commercio e la produzione alimentare nella regione. Tutti passi che Israele, evidentemente, non ha intenzione di effettuare.

La risposta di Israele: "Rapporto falso"

Il governo israeliano, proseguendo la linea di ostilità agli organismi internazionali adottata negli ultimi anni, ha criticato il rapporto. È stato l'organismo militare che si occupa degli aiuti, il Cogat, a rispondere e affermare di "respingere fermamente" le conclusioni degli esperti, "in particolare l'affermazione che ci sia carestia a Gaza City".

Secondo l'esercito israeliano il rapporto "è falso e si basa su dati parziali e di parte e su informazioni superficiali provenienti da Hamas, un'organizzazione terroristica". Il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha invece accusato l'organismo dell'Onu di aver "pubblicato un rapporto ‘su misura' per la falsa campagna di Hamas".

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