299 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Londra chiude le porte dopo la Brexit: rifiutato l’ingresso a oltre 3mila europei

Negli ultimi tre mesi del 2021 a 3.294 cittadini europei è stato impedito di recarsi nel Regno Unito per effetto della Brexit. Uno di loro – italiano – ha raccontato di essere stato trattato come un bugiardo o un criminale. “È stato orribile, sono disgustato per come mi hanno trattato, non sono mai stato umiliato così in vita mia”.
A cura di Davide Falcioni
299 CONDIVISIONI
Immagine

Negli ultimi tre mesi del 2021 a 3.294 cittadini europei è stato impedito di recarsi nel Regno Unito per effetto della Brexit, nonostante le limitazioni agli spostamenti dovute alla pandemia e il relativo calo dei voli verso l'UK. A denunciarlo il quotidiano britannico Guardian secondo cui nei primi tre mesi dell'anno scorso, quando la Brexit non era ancora in vigore, gli europei che non sono riusciti ad entrare nel paese sono stati 493, malgrado un traffico aereo 20 volte più sostenuto. Il Regno Unito, quindi, sta letteralmente chiudendo le porte ai cittadini europei in apparente violazione delle norme che regolano la circolazione tra UE ed UK. Dal 1 gennaio 2021, infatti, la Brexit è diventata realtà ma fino al primo ottobre 2021 le regole su viaggi e turismo in Gran Bretagna saranno ancora piuttosto flessibili. Fino a quella data, infatti, sarà possibile viaggiare sia con carta di identità valida per l’espatrio cartacea o elettronica, sia con passaporto valido minimo 6 mesi e soprattutto senza bisogno di munirsi di un "visto".

Sempre per effetto delle norme in vigore i funzionari della frontiera hanno la facoltà di fermare e respingere tutti coloro che sono semplicemente sospettati di volersi introdurre nel paese per lavorare o stabilirsi per lunghi periodi di tempo. È quello che sta accadendo in moltissimi casi, con passeggeri che nei porti e negli aeroporti vengono espulsi dopo essere stati trattenuti nei centri di detenzione, oppure dopo essere stati costretti a trascorrere giornate e nottate intere negli aeroporti in attesa di imbarcarsi su un volo di ritorno. Il Ministero dell'Interno britannico ha ordinato che, ove possibile, i viaggiatori europei devono essere "liberati" su cauzione in modo che possano recarsi a casa di amici o parenti fino al giorno del rimpatrio: in molti casi però i funzionari delle frontiere non garantiscono questo diritto e impongono agli europei la permanente in centri di detenzione.

La disavventura di un italiano: "Trattato come un criminale"

A farne le spese è stato anche un cittadino italiano, il 51enne Sergio D'Alberti, trattenuto per sette ore poi respinto dalle autorità di frontiera britanniche, che l'hanno trattato come un bugiardo o un criminale. "È stato orribile, sono disgustato per come mi hanno trattato, non sono mai stato umiliato così in vita mia", ha raccontato al Guardian. "Per me il Regno Unito non esiste più, non fa più parte del mio vocabolario. Dopo Calais c'è il Polo Nord". Dopo aver perso il suo lavoro come manager di hotel a causa della pandemia D'Alberti era partito dalla sua casa in Costa Azzurra per una vacanza in macchina verso la contea irlandese di Kerry, dove vivono i parenti della moglie. Ma al posto di confine di Calais, dove ci si ferma prima di entrare nel tunnel sotto la Manica o salire sul traghetto, non gli hanno creduto. Ha raccontato che lo hanno trattenuto per sette ore, lo hanno fotografato e gli hanno preso le impronte "come fossi un criminale". D'Alberti ha riferito di essere un turista, ma le autorità si sono convinte che volesse cercare un lavoro e l'hanno espulso.

299 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views