La truffa sentimentale finita in triplice omicidio, condannato il killer delle maestre settantenni in Spagna

Una bellissima quanto falsa promessa d'amore e fortuna arrivata via social che sembra poter cambiare la vita e che invece si trasforma in un triplice e brutale omicidio di due maestre settantenni in pensione e del loro fratello disabile. È la terribile storia delle due sorelle Angeles e Amelia Gutiérrez Ayuso, uccise col fratello disabile Pepe in casa loro nel dicembre del 2023 a Morata de Tajuña, in Spagna, dopo essere cascate in una truffa sentimentale online ed essersi indebitate fino al collo.
Ieri il tribunale di Madrid ha condannato il killer dei tre fratelli, Dilawar Hussain, un negoziante a cui le due donne si erano rivolte chiedendo un cospicuo prestito, trascinandolo involontariamente nella truffa. Secondo la corte, l’uomo ha agito "con estrema violenza" colpendo le vittime con una spranga di ferro e tornando giorni dopo per cercare di bruciare i corpi. Per lui l’accusa ha chiesto una condanna a 36 anni di carcere, mentre la difesa chiede il minimo di 30 anni con l’invocazione delle attenuanti come la confessione e il lieve deterioramento mentale.
La truffa sentimentale
L'indagine ha stabilito che il movente del crimine era un debito di 60mila euro che le due donne avevano contratto con l’uomo per versare soldi ai truffatori di cui si erano innamorate. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, infatti, le due anziane donne erano finte in una truffa sentimentale che coinvolgeva due uomini che si spacciavano per soldati americani che combattevano in Afghanistan.
Tutto era nato nel 2015 quando Amelia aprì un profilo Facebook dove incontrò il presunto soldato americano che avrebbe finito per rovinare lei e la sorella. Per anni, i truffatori hanno mantenuto un rapporto virtuale con loro, fino a convincerle della morte di uno di loro e di una cospicua eredità da riscattare. Con questa scusa, erano state convinte a inviare nel tempo più di 200mila euro con la promessa di riscuotere un'eredità di un milione di euro.
Il debito con il killer
Per far fronte a quelle richieste, diedero fondo a tutti i risparmi, vendettero casa e infine presero in prestito denaro da vicini, parenti e conoscenti. Tra questi anche Dilawar Hussain che aveva un internet point dove le due spesso si recavano per l’invio di denaro. L’uomo aveva creduto a sua volta al racconto delle due sorelle prestandogli una ingente somma.
Soldi che non erano mai tornati indietro e che avevano innescato una spirale di minacce e violenze. La morte della madre dell'imputato, in Pakistan nel febbraio 2023, e l'impossibilità di inviarle denaro per le cure mediche, infatti avevano portato Hussein a incolpare le due anziane per il decesso fino ad aggredirle con un martello.
Per l’episodio l’uomo era stato arrestato rilasciato con un ordine restrittivo di divieto di avvicinamento. Un provvedimento che non gli ha impedito di presentarsi a casa dei tre e massacrarli nel dicembre di due anni fa. "Non stavo bene. Sentivo delle voci a causa della mia malattia. Ho saltato il muro perché volevo parlare con loro, ma hanno tirato fuori dei coltelli e ho visto una sbarra di ferro e li ho colpiti ", ha dichiarato l'imputato durante il processo.
I corpi vennero rinvenuti solo un mese dopo per una chiamata dei vicini alla polizia in cui segnalavano di non vederli da settimane. Tre giorni dopo il ritrovamento dei corpi, Dilawar Hussein si è consegnato volontariamente alla caserma della Guardia Civil di Arganda del Rey dicendo "Sono l'assassino di Morata. Sono quello che state cercando".
 
		 
  