La Siria irride gli USA e Obama: “Abbiamo sventato l’attacco, il mondo ride di lui”
La determinazione della Siria a fronte del possibile intervento militare "ha sventato l'aggressione" e Barack Obama "è ormai diventato oggetto di sarcasmo da parte di tutti", a prescindere se il suo sia stato "solo un rinvio o un dietrofront". E' un discorso tra il serio e il faceto quello che il vice premier siriano Qadri Jamil ha pronunciato per l’emittente televisiva libanese Al-Mayadeem, all'indomani dell'annuncio del presidente americano che attenderà il via libera del Congresso Usa prima di ordinare un attacco. "Rimaniamo con il dito sul grilletto", ha aggiunto Jamil, sottolineando che la Siria continua ad avere "grande fiducia nei suoi alleati". Mentre il presidente Bashar al Assad ha ribadito che il paese "è in grado di far fronte a qualsiasi aggressione esterna". Anche il vice ministro degli Esteri Faisal Muqdad, ha detto la sua su Obama: è apparso "chiaramente esitante, deluso e confuso" nel suo discorso sulla Siria.
Ma le sferzanti invettive del governo di Damasco non si limitano alle dichiarazioni di esponenti del regime di Bashar al-Assad; il quotidiano vicino ai lealisti, Al-Thawra, ha scritto che la decisione del presidente degli Stati Uniti di ottenere l’approvazione del Congresso prima di un'azione militare in Siria segna “l’inizio della storica ritirata americana”. Il giornale vede inoltre nell’atteggiamento tenuto da Obama le avvisaglie della “sensazione di sconfitta implicita e dalla scomparsa dei suoi alleati”. Il presidente americano – sostiene Al-Thawra – è preoccupato rispetto all’ipotesi che un intervento limitato diventi “una guerra aperta" e per questo è stato “spinto a chiedere il consenso del Congresso”.