L’accordo tra i marò e i parenti delle vittime va “contro le leggi indiane”

Nelle ultime settimane dall’India erano arrivate un paio di notizie che, nonostante l’incertezza diffusa che aleggia ormai sul caso, avevano almeno in parte preannunciato la possibilità di un prossimo rilascio di Massimiliano Latorre e di Salvatore Girone, i due militari italiani trattenuti nel carcere di Trivandrum con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani. Nello specifico, la Corte Suprema di New Delhi aveva accolto il ricorso italiano sull’incostituzionalità della prigionia dei due marò e, ancor prima, le famiglie dei pescatori uccisi avevano accettato la donazione dal Governo italiano di 146000 euro a testa e avevano così deciso di “perdonare” i fratelli italiani evitando altre azioni legali.
“L’accordo è una sfida al sistema giudiziario indiano” – È proprio su quest’ultimo punto che oggi la Corte Suprema del Kerala si è espressa contro l’accordo raggiunto dalla due parti: i giudici hanno bloccato il versamento della somma che, da parte del nostro Governo, era stata definita non un risarcimento ma un atto di generosità al di fuori del contesto giuridico. Un giudice del Kerala però, secondo quanto riporta l’Ansa, ha detto che il compromesso viene annullato “perché contro le leggi indiane”. Insomma, una “sfida al sistema giudiziario indiano” e un fatto per questo non ammissibile.
I marò ancora in carcere per altri 14 giorni – Latorre e Girone, intanto, resteranno in carcere ancora un po’ di tempo, almeno altri 14 giorni secondo quanto è stato disposto dal tribunale di Kollam. Decisione che i due militari hanno appreso arrivando anche con diverse ore di ritardo dinanzi al giudice istruttore dato che in India era in corso una manifestazione di protesta che aveva bloccato le vie di accesso al tribunale. La prossima udienza è stata convocata per l’11 maggio. Ancora non appare chiara neanche la decisione da prendere riguardo la Enrica Lexie, tuttora trattenuta in India ma che potrebbe presto lasciare il Paese dato che “non vi sono ragioni per trattenere ancora la nave”. Secondo quanto si apprende, l’Alta Corte del Kerala avrebbe infatti deciso di non opporsi al rilascio della petroliera dato che le prove necessarie per incriminare i marò sarebbero già state raccolte.