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Guerra in Ucraina

Kharkiv, il racconto di Olha: “Stuprata da un soldato russo con la pistola puntata alla tempia”

Olha, una donna di 31 anni, ha riferito a Human Right Watch di essere stata ripetutamente violentata da un soldato russo mentre era nascosta con la famiglia in una scuola di Kharkiv.
A cura di Davide Falcioni
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Tra i presunti crimini di guerra commessi dalle forze armate russe in Ucraina e riferiti dall'Ong Human Right Watch non ci sono solo esecuzioni sommarie e violenze sui civili ma – come accade purtroppo in tutte le guerre – anche episodi di violenza sessuale. "I casi che abbiamo documentato rappresentano crudeltà e violenza indicibili e deliberate contro i civili ucraini", ha affermato Hugh Williamson , direttore di Human Rights Watch per l'Europa e l'Asia centrale, secondo cui "stupri, omicidi e altri atti violenti contro persone sotto la custodia delle forze russe dovrebbero essere indagati come crimini di guerra". L'Ong ha raccolto diverse testimonianze sul campo che sollevano pesanti dubbi sulla correttezza dell'operato delle forze armate di Mosca nei territori occupati.

Uno dei casi riportati in un dossier di Human Right Watch è quello del ripetuto stupro di una donna di 31 anni commesso a Malaya Rohan, un villaggio nella regione di Kharkiv. I fatti risalgono al 13 marzo e a riferirlo è stata la stessa vittima, chiamata Olha.  Dopo l'ingresso delle truppe russe in città una quarantina di persone, per lo più donne e ragazze, avevano trovato rifugio nel seminterrato di una scuola locale: tra gli altri, c'erano anche Olha con sua figlia di 5 anni, sua madre, sua sorella di 13 anni e suo fratello di 24 anni. "Verso la mezzanotte del 13 marzo – spiega HRW – un soldato russo è entrato nella scuola: imbracciava un fucile d'assalto e una pistola, è andato nel seminterrato e ha ordinato a tutti i presenti di mettersi in fila. La 31enne teneva in braccio sua figlia, che dormiva".

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Poche ore più tardi il militare ha costretto Olha a seguirlo in un'aula al secondo piano e – dopo averle puntato contro la pistola – le ha intimato di spogliarsi. "Mi ha imposto di praticargli sesso orale e per tutto il tempo ha tenuto l'arma puntata sulla mia tempia. Per due volte ha sparato al soffitto dicendo che lo faceva per darmi più ‘motivazioni'", ha raccontato la 31enne a HRW, spiegando che poco dopo ha nuovamente abusato di lei puntandole un coltello alla gola e minacciandola. Non solo: secondo la testimonianza il militare l'ha anche ripetutamente picchiata, come dimostrato da alcune fotografie che la vittima ha allegato nella sua denuncia. "Human Rights Watch – spiega il dossier – ha ricevuto altre tre denunce di violenza sessuale da parte di soldati russi in altri villaggi della regione di Chernihiv e a Mariupol, ma non è stato in grado di verificarle in modo indipendente".

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