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Guerra in Ucraina

Orrore a Bucha, commessi crimini di guerra: “Così i russi hanno giustiziato un giovane davanti a me”

In un report l’Ong Human Right Watch ha riferito dell’esecuzione sommaria di un giovane ucraino riportando la testimonianza di un’insegnante che ha assistito alla scena.
A cura di Davide Falcioni
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A Bucha, la città a nordovest di Kiev a lungo occupata dalle forze armate russe, sarebbero stati commessi crimini di guerra. A sostenerlo un report pubblicato questa mattina dall'Ong Human Rights Watch secondo cui il 4 marzo, a dieci giorni dall'inizio dell'invasione, i soldati russi avrebbero radunato cinque uomini, li avrebbero costretti ad inginocchiarsi sul ciglio di una strada e poi, dopo avergli coperto la testa con delle magliette, avrebbero giustiziato sommariamente uno di loro sparandogli alla nuca. "Abbiamo documentato un evidente caso di esecuzione sommaria da parte delle forze armate della Federazione Russa a Bucha il 4 marzo scorso", ha affermato una portavoce di Human Rights Watch, confermando quanto denunciato da settimane da esponenti del governo di Kiev, che avevano raccontato di esecuzioni di civili da parte dei soldati russi.

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Il caso di Bucha è stato riferito nei dettagli da Human Right Watch. Un'insegnante della città ucraina ha raccontato di essere stata svegliata da colpi d'arma da fuoco intorno alle 7 del mattino e di aver visto tre veicoli corazzati russi e quattro camion Kamaz che percorrevano la sua strada di fronte alla sua abitazione. La donna stava per andare a nascondersi in cantina insieme ai suoi due cani quando la finestra della sua casa è stata infranta e i militari le hanno intimato di uscire, "altrimenti lanceremo una granata". "C'erano tre uomini fuori, due soldati russi e un comandante", ha raccontato. "Hanno preso il mio telefono e l'hanno controllato, poi mi hanno detto di mostrare i miei documenti e di seguirli". Mentre camminava, la donna  ha visto che i militari stavano radunando anche i suoi vicini: "Ci hanno portati dove un tempo si trovava l'ufficio di AgroButpostach. Proprio accanto all'edificio, c'è un parcheggio e una piccola piazza. Hanno radunato delle persone in quella piazza, per lo più donne ma c'erano anche diversi uomini tra noi, di età superiore ai 50 anni. C'erano circa 30 militari lì e il loro comandante aveva le insegne dei paracadutisti. Parlava con un accento della Russia occidentale o centro-occidentale…. Io stesso sono nato in Russia, quindi mi occupo di queste cose. I soldati erano tutti magri e sembravano deperiti".

I militari russi avrebbero radunato una quarantina di persone, sequestrato loro i cellulari e chiesto a tutti se facessero parte della resistenza. "A un certo punto hanno portato un giovane, poi altri quattro. I soldati hanno ordinato loro di togliersi gli stivali e le giacche. Li hanno fatti inginocchiare sul ciglio della strada e hanno coperto le loro teste con le magliette, poi hanno sparato alla nuca a uno di loro. Le donne urlavano. Gli altri quattro uomini sono rimasti inginocchiati. Il comandante si è rivolto al resto della gente in piazza: ‘Non preoccupatevi. Siete tutti puliti, lui era sporco. Siamo qui per purificarvi dallo sporco". Solo dopo diverse ore il gruppo è stato fatto rientrare nelle loro case. La donna ha infine riferito che, quando è riuscita a lasciare la città, il 9 marzo, il corpo del giovane giustiziato giaceva ancora in strada.

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