Israele bombarda anche la Siria, raid a Damasco: “Regime siriano non tocchi la comunità drusa”

Mentre salgono a trentuno le persone uccise a seguito degli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, l’esercito israeliano ha sferrato un uovo raid aereo anche contro la capitale siriana Damasco. L’aviazione israeliana infatti ha bombardato alcuni obiettivi nel centro di Damasco prendendo di mira alcuni edifici vicino al palazzo presidenziale durante la notte scorsa.
L’annuncio del raid è arrivato direttamente dal premier Benyamin Netanyahu e dal ministro della Difesa Israel Katz sostenendo che si tratta di un avvertimento alle autorità locali a non danneggiare la comunità dei drusi. "Questo è un messaggio chiaro al regime siriano. Non permetteremo alle truppe siriane di spostarsi a sud di Damasco o di rappresentare una minaccia per la comunità drusa" ha spiegato Netanyahu.

L'Idf fa sapere che gli aerei israeliani hanno lanciato attacchi nei pressi della residenza ufficiale del leader siriano Ahmad al-Sharaa nella capitale ma è la seconda volta in pochi giorni che Israele colpisce la Siria, mantenendo la promessa di voler difendere il gruppo islamico minoritario. L'attacco infatti è avvenuto dopo giorni di scontri tra uomini armati filo-governativi e combattenti drusi nei pressi della capitale, che hanno causato decine di morti e feriti. I drusi, che seguono una fede derivata dall'Islam e hanno seguaci in Siria, Libano e Israele, da tempo sono fedeli alleati di Tel Aviv e da quando Assad è stato deposto a dicembre e Israele ha conquistato terreno nel sud-ovest, ha giurato di proteggere i drusi.
“Quando il leader siriano Ahmed al-Sharaa si sveglia e vede i risultati dell'attacco dei caccia dell'Aeronautica Militare israeliana, capisce che Israele è determinato a impedire danni ai drusi in Siria” ha affermato Katz, aggiungendo: “È suo dovere proteggere i drusi nella periferia di Damasco dagli attacchi dei rivoltosi jihadisti e consentire alle centinaia di migliaia di drusi di Sweida e Jabal al-Druze di difendersi da sole, senza inviare forze jihadiste nei villaggi”.

Nelle ore precedenti centinaia di dimostranti drusi, tra cui centinaia di riservisti, avevano bloccato le strade nel nord di Israele in segno di protesta contro il governo che "non sta facendo abbastanza per proteggere la comunità drusa in Siria". I manifestanti hanno anche raggiunto la residenza del premier a Cesarea: "Avevano detto che avrebbero protetto i fratelli drusi, ma questo non si è concretizzato", hanno dichiarato. Alcuni di loro hanno anche inviato una lettera al primo ministro Benyamin Netanyahu, dichiarando di essere disposti ad andare in Siria da soli per proteggere la comunità drusa.