Cosa sappiamo dell’attentato terroristico di Delhi e chi è il medico presunto attentatore suicida

È un medico originario dello stato del Kashmir – Umar Un Nabi Mohammed, questo il suo nome – l'uomo che le autorità indiane hanno identificato come il sospetto attentatore suicida responsabile dell’esplosione avvenuta ieri sera nei pressi del Forte Rosso di Delhi, provocando la morte di almeno tredici persone e il ferimento di una ventina di passanti.
Secondo quanto riferito da funzionari della Cellula Speciale della Polizia di Delhi, Mohammed sarebbe stato il proprietario della Hyundai i20 saltata in aria al semaforo vicino alla stazione metro Red Fort. Gli inquirenti ritengono che l’uomo fosse legato a due colleghi, anche loro medici di origine kashmira – Dr. Muzammil e Aadil Rather – arrestati poche ore prima dello scoppio a Faridabad, città satellite della capitale, con un carico di quasi tre tonnellate di esplosivi oltre a pistole e fucili.
Le indagini ipotizzano che i tre medici avessero costituito una rete terroristica mascherata da attività professionale sanitaria, con ramificazioni che potrebbero estendersi fino a Pulwama, in Jammu e Kashmir, da dove proverrebbe anche la vettura coinvolta nell’attentato.
Dopo la deflagrazione, la polizia ha condotto una vasta operazione di ricerca durante la notte in diversi quartieri di Delhi, tra cui Paharganj e Daryaganj, controllando registri di hotel e fermando quattro sospetti per interrogatori. Le autorità non hanno ancora chiarito se tra i fermati vi siano collaboratori diretti di Mohammed o intermediari legati al traffico di esplosivi.

Gli agenti hanno inoltre rinvenuto resti umani all’interno dell’auto, presumibilmente appartenenti allo stesso attentatore. Il Dipartimento di Scienze Forensi (FSL) e la National Security Guard (NSG) sono al lavoro per effettuare i test del DNA e ricostruire la dinamica dell’esplosione. Per questo le autorità hanno fermato anche i parenti di Umar Un Nabi Mohammed.
La Polizia di Delhi ha aperto un fascicolo d'inchiesta presso la stazione di Kotwali. Oltre 200 agenti sono impegnati nell’analisi di oltre 100 filmati di videosorveglianza, dal confine di Badarpur fino alla zona del Forte Rosso, per ricostruire il percorso dell’auto e identificare eventuali complici.
La polizia indiana ha definito l’attacco "un atto terroristico pianificato con cura", e non esclude che la cellula di Faridabad potesse preparare ulteriori attentati nella capitale.
