Incidente bus Spagna, la studentessa sopravvissuta: “Torno a Barcellona”

Era partita da Firenze per Barcellona insieme a Lucrezia Borghi, Elena Maestrini e Valentina Gallo nell’ambito del progetto Erasmus. Per Pasqua però aveva deciso di tornare in Italia. E’ così, per pura casualità, che si è salvata Francesca Giachi, la studentessa fiorentina di economia. Le sue compagne di studio sono infatti tra le 13 vittime dell’incidente del bus del mese scorso, sette sono italiane, tra cui, appunto, le tre studentesse con le quali Francesca condivideva corsi, casa e serate.
Lei però è già tornata in Spagna, proprio a Barcellona. E Repubblica l’ha intervistata: “Sono arrivata circa una settimana fa insieme al mio ragazzo, che è rimasto con me qualche giorno. La scelta l’ho maturata poco dopo l’incidente, ma in realtà dentro di me l’ho sempre saputo che sarei tornata. Il nostro Erasmus deve continuare. Credo che il modo migliore per ricordare Lucre, Ele e Vale sia portare avanti i loro progetti e non semplicemente portar loro un fiore al cimitero”. Francesca è andata a vivere nello stesso appartamento che condivideva con le sue tre amiche morte nell’incidente di Terragona: “Credevo che una volta varcata la porta sarei scoppiata a piangere, invece con lo sguardo ho immediatamente cercato tre coppette di gelato con le nostre iniziali che avevamo lasciato sulla mensola della cucina. Appena le ho viste mi si è stampato un sorriso sul volto ed è stato come avere le mie amiche lì” spiega.
Ma Francesca non nasconde le difficoltà: “Mi sono sentita davvero sola” ammette. “L’affetto dei genitori, del mio ragazzo, degli amici, non sono mai mancati. Ma con loro tre condividevo qualcosa di davvero speciale. Averle perse tutte insieme è stata la cosa più straziante” dice. E’ emozionante il ricordo di Francesca per quelle tre amiche che non vedrà più: “Le ricordo ogni giorno. Ogni oggetto, ogni angolo di strada e ogni parola in spagnolo mi riporta alla mente un episodio felice. Lucre era quella più ansiosa, ma anche la più organizzata. E’ stata lei a trovare la casa ed era lei che ogni volta ci ricordava le cose burocratiche che dovevamo sbrigare tra e-mail, crediti degli esami e scadenze. Di Ele ricordo la dolcezza e l’ultima cosa che mi ha detto mentre faceva colazione, quando mi ha salutata prima della partenza: ‘France, non ci credo che siano già passati due mesi’. In quella frase c’era tutta la sua voglia di viversi quest’esperienza il più possibile, cercando di non far scivolare via il tempo troppo in fretta. Vale invece era la creativa del gruppo, aveva in mente mille progetti e luoghi da visitare”.