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Covid 19

In Svezia, senza lockdown, aumentano i contagi. Premier ammette: “Non abbiamo fatto abbastanza”

In Svezia continuano ad aumentare i casi accertati di Coronavirus, così come i decessi, ma il governo non ha ancora stabilito restrizioni particolari né la chiusura di negozi e attività produttive. La preoccupazione, però, cresce e il premier Stefan Lofven ammette che qualche errore è stato commesso: “Mi sembra ovvio che non abbiamo fatto abbastanza”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il lockdown in Svezia non c’è stato. Al contrario di quanto avvenuto in tantissimi altri Paesi europei. Quasi tutti, in realtà. E se in un primo momento i dati riguardanti i contagi da Coronavirus non preoccupavano il governo di Stoccolma, ora la situazione è nettamente cambiata. Lo ammette anche il premier, Stefan Lofven, che per la prima volta ammette di aver sbagliato a non chiudere attività commerciali e produttive. E pensa a un’inversione di marcia, per provare a rimediare e ad evitare una rapida diffusione del contagio. In Svezia, ricordiamo, le fabbriche sono aperte e lavorano a pieno regime, così come le attività commerciali. Così gli svedesi continuano ad affollare le strade delle loro città.

Svezia, aumentano i casi e i decessi da Coronavirus

Ma ora i dati preoccupano. Sono stati superati i 10mila casi accertati di Coronavirus: attualmente sono 10.151, con un aumento di 466 unità nelle ultime 24 ore. E a crescere è anche il numero dei morti: sono 887, con 17 decessi in più rispetto a ieri. Dati ancora molto lontani da quelli dei Paesi europei più colpiti, come Italia, Spagna e Francia. Ma diversi anche da quelli dei vicini di casa della Svezia: la Danimarca, per esempio, conta poco meno di 6mila casi e 260 decessi; la Norvegia solo 119 vittime con poco più di 6mila contagi.

Coronavirus, il premier Lofven ammette i suoi errori

Il premier Lofven ha ammesso: “Mi sembra ovvio che non abbiamo fatto abbastanza”. E così ora pensa alla chiusura di ristoranti e locali che nelle città svedesi sono ancora affollati, soprattutto nella capitale. Eppure il premier si difende sostenendo che “i consigli sanitari sono stati ampiamente seguiti dalla popolazione”. Il problema principale per la Svezia potrebbe essere quello della terapia intensiva, con pochissimi posti a disposizione negli ospedali. Tanto che il Karolinksa Institute dell’università di Stoccolma ha chiesto ai medici di scegliere quali pazienti curare, escludendo dalle terapie intensive quelli con più di 80 anni, ma anche i 70enni con altre patologie e problemi a un organo.

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