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In Inghilterra è a rischio la cena di Natale per l’aumento dei prezzi del gas causato dalla Brexit

L’Inghilterra rischia di non sedersi a tavola per la tradizionale cena di Natale: l’aumento generale dei prezzi del gas ha portato infatti alla chiusura di due grandi impianti adibiti alla produzione di fertilizzante nel Paese. Questo mette a rischio la vita degli allevamenti, la produzione e la conservazione del tradizionale tacchino. La pandemia, poi, ha provocato una carenza di lavoratori più che mai critica nei 100 giorni prima di Natale.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La tradizionale cena di Natale è a rischio in Inghilterra, dove gli inglesi dovranno fare i conti con una "carenza" di carne tra gli scaffali del supermercato. Il tutto è da ricondurre alla Brexit: con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, il gas ha subito un aumento dei prezzi tale da costringere alla chiusura due grandi impianti produttori di fertilizzanti nel Paese. Sebbene la produzione di Co2 non sia il metodo più ecofriendly per garantire il rifornimento delle tavole dei cittadini, di fatto la chiusura dei due impianti ha causato una vera e propria crisi dell'industria alimentare. I gas prodotti, infatti, sono utilizzati per la conservazione dei prodotti, per il nutrimento del bestiame e nei processi di macellazione.

La faccia più dura della crisi sarà visibile tra pochi giorni secondo gli esperti: i supermercati si accorgeranno della massiccia carenza di carne entro due settimane. Secondo i gestori dei market del Paese, l'assenza di prodotti e di lavoratori si farà sentire più che mai nei 100 giorni prima di Natale. In particolare questo potrebbe rappresentare una minaccia per la cena più dispendiosa dell'anno a causa della difficoltà per le forniture dei tradizionali tacchini natalizi. Le aziende avicole, infatti, sono già all'opera per mantenere la produzione alta in vista del giorno del 25 dicembre. Servono impiegati e prodotti per consentire l'allevamento del bestiame, ma nulla sembra essere migliorato da quando il problema è stato presentato per la prima volta nel mese di luglio.

A rischio anche la fornitura di vino che però è già ampiamente avvertita in diverse zone del Paese. Gli esperti attribuiscono l'impossibilità di rifornire i supermercati alla Brexit, causa di un generale aumento dei prezzi, e alla pandemia di Covid-19 che ha impoverito il Paese e causato anche la perdita di molti posti di lavoro. Il governo ha incontrato diversi leader nel settore della produzione di gas e fertilizzanti per gli allevamenti. Il problema sembra essere più grande di quel che era stato inizialmente ipotizzato dalla politica: i grandi costi per mantenere gli allevamenti rendono impossibile garantire lo standard di benessere degli animali e dunque il rifornimento dei negozi, con una conseguente riduzione dell'offerta. A spaventare anche la conservazione dei pasti pronti, ora più difficile a causa di costi elevati del gas per tenere accese le celle frigorifere. Meno prodotto, meno possibilità di comprare dunque e minori possibilità di conservazione di quel che già è immesso sul mercato.

Ian Wright, amministratore delegato della UK Food and Drink Federation, ha dichiarato in un'intervista rilasciata alle radio della BBC che il governo dovrebbe intervenire in maniera massiccia sui prezzi del gas. "Questo fenomeno è preoccupante – spiega – ed è preoccupante che nessuno stia agendo nel periodo di fornitura prenatalizio, quando i nostri magazzini iniziano a raccogliere le scorte per la spinta di Natale. Il tutto, inoltre, si sta verificando ben prima di quanto avevamo previsto".

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