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Imprenditore italiano ucciso in Brasile, arrestato l’uomo che gli ha sparato dopo una lite

È stato arrestato l’uomo che sparato, uccidendolo, a Fabio Campagnola, imprenditore italiano 52enne colpito dopo una lite all’esterno della sua gelateria in Brasile. L’assassino, José Pereira Da Costa, si è costituito.
A cura di Chiara Ammendola
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Fabio Campagnola a sinistra e le scene dell'omicidio
Fabio Campagnola a sinistra e le scene dell'omicidio

Si è costituito nella serata di ieri José Pereira Da Costa, 59 anni, l'uomo che ha impugnato una pistola e ha sparato, uccidendolo, all'imprenditore italiano Fabio Campagnola. Ex calciatore di origini piemontesi, il 52enne è stato raggiunto da due colpi d'arma da fuoco all'esterno della sua gelateria a Marechal Deodoro, nello Stato brasiliano dell'Alagoas.

Un brutale omicidio, giunto al culmine di una lite, ripreso dalle telecamere di videosorveglianza poste all'esterno del locale. Sono state le immagini a permettere agli inquirenti di dare un volto e un nome all'assassino dell'imprenditore. Si tratta di un ex poliziotto e militare in pensione che ha utilizzato una pistola calibro 40 che è stata ritrovata il giorno dopo il delitto in una locanda vicino al luogo del delitto.

Le indagini della squadra del 17/o Dipartimento di polizia di Marechal Deodoro (Brasile), guidata da Liana Franca, hanno portato successivamente all'arresto della moglie Karla Kassiana Vanderlei Warumby Cavalcanti, la donna è accusata di aver incitato il marito a commettere il delitto.

Nella serata di ieri si è costituito infine l'assassino. Il giudice Fabíola Melo Feijão, titolare del Primo tribunale civile e penale di Marechal Deodoro, ha decretato la carcerazione preventiva dell'indagato, a seguito di una richiesta della Polizia civile. Fino ad allora era considerato latitante per il reato di omicidio. “Siamo felici e soddisfatti, adesso aspettiamo la giustizia faccia il proprio corso – il commento di Claudio Falleti, avvocato specializzato nell'assistenza degli italiani all’estero – seguiremo attentamente l'evoluzione processuale insieme alla collega sul posto”.

Ero stato aggredito due ore prima dell’omicidio, ero appena andato via quando è successo – ha raccontato il figlio Dario che lavora nella gelateria – ora voglio solo giustizia”.

Secondo le prime ricostruzioni Karla Kassiana Vanderlei Warumbi Cavalcanti, avrebbe chiesto a Campagnola il permesso di montare il proprio banco per la vendita di dolci davanti all'entrata della gelateria "Il Meneghino", di proprietà dell'italiano. Al rifiuto di Campagnola, ripetuto anche il giorno dopo, la donna avrebbe chiesto aiuto a Da Costa, che avrebbe inizialmente aggredito con pugni l'italiano, prima di sparargli, uccidendolo.

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