Il tifone Kalmaegi devasta Filippine e Vietnam, almeno 328 morti e dispersi: in 24 ore la pioggia di un mese

Il tifone Kalmaegi ha devastato Filippine e Vietnam, causando oltre 190 morti e più di 130 dispersi. Venti fino a 149 km/h e piogge torrenziali hanno distrutto case, allagato città e costretto migliaia di persone all’evacuazione. L’allerta ora si sposta su Cambogia e Laos.
A cura di Davide Falcioni
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Il tifone Kalmaegi ha seminato morte e devastazione nel Sud-est asiatico, lasciando dietro di sé almeno 188 vittime nelle Filippine e cinque in Vietnam, secondo gli ultimi dati ufficiali. Altre 135 persone risultano disperse mentre il bilancio, già drammatico, potrebbe aggravarsi con il passare delle ore.

La tempesta, nota localmente come Tino, ha colpito con violenza prima l’arcipelago filippino, dove intere comunità sono state spazzate via da frane e inondazioni improvvise. Le piogge torrenziali, equivalenti a un mese di precipitazioni in appena 24 ore, hanno travolto case e strade, trasformando città come Cebu e Talisay in un mare di fango e detriti. "Non abbiamo più una casa. Non siamo riusciti a salvare nulla", ha raccontato alla BBC una residente, testimoniando la portata della distruzione.

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Il governo di Manila ha dichiarato lo stato di calamità nazionale, mentre il presidente Ferdinand Marcos Jr ha proclamato lo stato di emergenza, mobilitando esercito e soccorsi in un Paese già stremato da disastri naturali ricorrenti. Le autorità hanno disposto evacuazioni di massa in decine di province, cercando di prevenire ulteriori tragedie mentre un nuovo tifone si sta formando nel Pacifico.

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In Vietnam venti a 149 chilometri orari

Dopo aver devastato le Filippine, Kalmaegi ha proseguito verso il Vietnam centrale, dove è approdato ieri sera con venti fino a 149 km/h. L’impatto è stato immediato: tetti scoperchiati, alberi sradicati e città costiere ricoperte di macerie. Più di 260.000 soldati sono stati mobilitati per le operazioni di soccorso, mentre centinaia di migliaia di persone sono state evacuate preventivamente.

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Nella provincia di Dak Lak, a 350 chilometri da Ho Chi Minh City, molti abitanti hanno perso le loro case per crolli o allagamenti. Il primo ministro Pham Minh Chinh ha convocato una riunione d’emergenza, ordinando di raggiungere le aree isolate e garantire cibo, acqua e assistenza ai superstiti: "Nessuno deve restare affamato o al freddo", ha dichiarato.

Le autorità vietnamite temono ora nuove inondazioni nelle pianure, dopo una settimana di piogge record che aveva già causato 50 vittime. Nel frattempo, la tempesta continua la sua corsa verso Cambogia e Laos, minacciando ulteriori danni in una regione che conosce fin troppo bene la furia dei tifoni.

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