Il premier israeliano Netanyahu licenzia il ministro della Difesa Yoav Gallant: “Venuta meno la fiducia”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sollevato dall'incarico il ministro della Difesa Yoav Gallant. Lo ha dichiarato il premier all'emittente pubblica Kan.
"Il mio dovere più alto come primo ministro di Israele è salvaguardare la sicurezza di Israele e condurci a una vittoria decisiva – ha affermato Netanyahu in una nota, come riporta il Times of Israele – In tempo di guerra, più che mai, è essenziale una fiducia totale tra il primo ministro e il ministro della Difesa. Sfortunatamente, negli ultimi mesi questa fiducia tra me e il ministro della Difesa è venuta a mancare", ha aggiunto il premier.
Netanyahu ha inoltre osservato che "sono emerse serie divergenze tra Galant e me, e tali disaccordi sono stati accompagnati da dichiarazioni e azioni che contraddicevano sia le decisioni del governo che quelle del gabinetto. Ho fatto ripetuti sforzi per colmare queste lacune, ma si sono solo ampliate. Questi problemi sono persino arrivati al pubblico in modo inaccettabile e, cosa ancora peggiore, sono diventati noti ai nostri nemici, che ne hanno tratto piacere e vantaggio", ha spiegato.
Gallant sarà sostituito dal ministro degli Esteri Israel Katz; il posto di Katz sarà invece preso dal ministro senza portafoglio Gideon Saar. Già a fine marzo 2023 Netanyahu aveva sollevato dall'incarico Gallant per divergenze sulla riforma giudiziaria, salvo poi ritornare sui suoi passi dopo lo sciopero generale scoppiato nel Paese.
Il premier Netanyahu ha incontrato nelle scorse ore il capo di stato maggiore dell'Idf, il tenente generale Herzi Halevi, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e il direttore del Mossad, David Barnea. Lo rende noto il suo ufficio. Una dichiarazione che arriva probabilmente per mettere a tacere le voci secondi cui dopo il ministro della Difesa, Yoav Gallant, il primo ministro avrebbe avuto intenzione di sostituire anche Halevi e Bar.
Netanyahu avrebbe informato il ministro della Difesa della sua rimozione appena 10 minuti prima dell'annuncio pubblico, stando a quanto riferito a Ynet News da una fonte a conoscenza della questione, aggiungendo che l'incontro è durato solo pochi minuti, dopodiché il capo dello staff di Gallant è arrivato per ritirare la lettera ufficiale di licenziamento.
L'ormai ex ministro Gallant su X ha commentato così la decisione del premier: "La sicurezza dello Stato di Israele è stata e rimarrà sempre la missione della mia vita".
"Il nostro impegno morale ed etico è il ritorno dei nostri figli e figlie rapiti da Hamas. Non c'è e non ci sarà alcuna espiazione per l'abbandono degli ostaggi", ha detto in serata in una dichiarazione ai media Gallant. "Sono stato licenziato per tre motivi: Israele deve accettare un accordo per la liberazione degli ostaggi anche lasciando Hamas a Gaza; l'aver chiesto che tutti debbano prestare servizio nell'Idf e difendere Israele (compresi gli ortodossi); l'aver chiesto un'indagine governativa sul 7 ottobre", ha aggiunto molto commosso.
Il nuovo ministro della Difesa Katz: "Missione più importante è ritorno di tutti gli ostaggi"
"Lavoreremo insieme per far avanzare il sistema di sicurezza fino alla vittoria contro i nostri nemici e per raggiungere gli obiettivi della guerra: il ritorno di tutti gli ostaggi come missione più importante, la distruzione di Hamas a Gaza, la sconfitta di Hezbollah in Libano, il contenimento dell'aggressione iraniana e il ritorno sicuro dei residenti del nord e del sud alle loro case", ha scritto Katz su X, ringraziando il premier per la fiducia.
Le reazione interne a Israele
Secondo quanto riporta il quotidiano Haaretz, il Forum delle Famiglie degli Ostaggi ha detto che la scelta di licenziare il ministro Gallant è un nuovo passo negli ‘sforzi' del governo per affossare l'accordo sulla liberazione delle persone ancora detenute a Gaza.
Il ministro della Sicurezza nazionale ed esponente dell'estrema destra, Itamar Ben-Gvir, sui social si è congratulato con il primo ministro "per la decisione di licenziare Gallant".
"Con Gallant, ancora profondamente intrappolato nella sua visione, è impossibile ottenere una vittoria completa", ha scritto in un post su X.
"L'ultima cosa di cui Israele ha bisogno in questo momento è uno sconvolgimento e una spaccatura nel mezzo della guerra. La sicurezza di Israele deve essere al di sopra di ogni considerazione. La guerra è ancora in corso e gli obiettivi non sono stati ancora pienamente raggiunti. I nostri figli e le nostre figlie stanno combattendo al fronte e il ruolo della leadership in questo momento è quello di agire con grande responsabilità", ha scritto su X il presidente israeliano Isaac Herzog, senza mai menzionare il premier Benyamin Netanyahu.
"Stiamo vivendo uno dei tempi più difficili e impegnativi che abbiamo mai conosciuto. Non dobbiamo tornare indietro verso il baratro! I nemici di Israele aspettano solo un segno di debolezza, disintegrazione o divisione tra noi", avverte il capo dello Stato.
Le reazioni internazionali
"Il ministro Gallant è stato un partner importante in tutte le questioni relative alla difesa di Israele. Come stretti alleati, continueremo a lavorare in collaborazione con il prossimo ministro della difesa di Israele", ha detto invece un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti al Times of Israel.
"Sono dispiaciuto, triste e preoccupato per la scelta di sostituire il Ministro Gallant alla guida del Ministero della Difesa israeliano", ha scritto il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto su X.
"La sua serietà, la sua onestà intellettuale e la sua disponibilità anche a confronti duri ma sempre rispettosi mancheranno a me ma ancor di più ad Israele. – ha aggiunto – La sua visione del futuro ed il suo reale impegno per creare le condizioni della fine del conflitto e della liberazione degli ostaggi rappresentavano per me una speranza e mi spingevano ad impegnarmi per aiutarlo perché ciò avvenisse. Da oggi sarà più difficile anche alimentare la speranza. Almeno per me".
Le opposizioni attaccano: "Scendete in piazza, Netanyahu sta distruggendo Israele"
L'opposizione ha attaccato con fermezza la decisione di Netanyahu di licenziare il ministro della Difesa. "Invito tutti i cittadini di Israele a scendere in piazza. Netanyahu sta distruggendo Israele e solo noi possiamo salvarlo", ha scritto su X il presidente dei Democratici Yair Golan, dopo l'annuncio del premier.
"Politica a spese della sicurezza nazionale", ha affermato invece il presidente di National Unity Benny Gantz. "Non c'è nulla di più basso in cui questo governo possa sprofondare" – è invece il commento del parlamentare di Unità Nazionale Orit Farkash Hacohen – "un ministro della Difesa viene licenziato alla vigilia di un attacco iraniano".
"Licenziare Gallant nel bel mezzo di una guerra è un atto di follia. Netanyahu sta vendendo la sicurezza di Israele e i combattenti dell'Idf per una vergognosa sopravvivenza politica", ha scritto su X Yair Lapid, leader del partito israeliano di opposizione Yesh Atid. "Il governo di estrema destra preferisce gli evasori ai servi. Invito la gente di Yesh Atid e tutti i patrioti sionisti a scendere in piazza stasera per protestare", ha aggiunto.
Migliaia di persone in strada a Tel Aviv e Gerusalemme, scontri tra polizia e manifestanti
Migliaia di persone si sono radunate a Tel Aviv e Gerusalemme per protestare contro il licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant. Secondo i media israeliani, la polizia ha eretto barricate vicino alla residenza del premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme e fuori dal quartier generale dell'Idf a Tel Aviv.
Ci sarebbero anche degli scontri tra polizia e manifestanti fuori dalla residenza di Netanyahu. Le tv nazionali stanno mostrando i tafferugli.
Bloccata l'autostrada Ayalon di Tel Aviv. I manifestanti hanno interrotto il traffico in entrambe le direzioni, acceso numerosi falò e creato blocchi stradali improvvisati con cartelli stradali sradicati e materiali da costruzione abbandonati. Pochi gli agenti di polizia presenti. La natura spontanea delle proteste ha impedito alla polizia di bloccare gli ingressi della strada con i camion, come di solito accade per le manifestazioni settimanali del sabato sera.
Sebbene non sia chiaro quanti siano i partecipanti, il numero dei manifestanti supera facilmente i 2mila, il limite massimo per gli eventi pubblici a Tel Aviv a causa delle restrizioni del Comando del Fronte Interno dell'Idf. L’Ayalon è invasa da bandiere israeliane, oltre che da immagini di ostaggi e bandiere gialle in segno di solidarietà con i rapiti.