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Covid 19

Il papà non riesce a uscire di casa per andare in ospedale: bimbo di 3 anni “muore per Il lockdown”

Il caso di Lanzhou, nord ovest della Cina, riaccende le polemiche sulla draconiana politica “zero Covid” ideata dal dittatore Xi Jinping. I ritardi nei soccorsi avrebbero provocato il decesso del bimbo.
A cura di Biagio Chiariello
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"Mio figlio Wenxuan è stato ucciso". Tuo Shilei, abita a Lanzhou, capoluogo della provincia cinese nord-occidentale del Gansu. La sua città è stata posta in lockdown dalle autorità che hanno scelto di attuare il pugno duro contro la pandemia. Il piccolo Wenxuan, 3 anni,  sarebbe stato raggiunto da una presunta fuga di gas, che non gli ha lasciato scampo, senza la possibilità di uscire, bloccato nel complesso residenziale.

Ed ora il padre punta il dito contro il sistema. Contro la draconiana politica “zero Covid” ideata dal dittatore Xi Jinping e l’applicazione rigida della quarantena in città da parte dei funzionari del Partito comunista portata avanti ormai da settimane.

Martedì 1° novembre intorno a mezzogiorno la moglie di Tuo ha azionato lo scaldabagno per riscaldare l’acqua e la stanza, ma una fuga di gas ha fatto perdere i sensi alla donna e al figlio. L'uomo ha provato a rianimarli, poi si è rivolto al comitato locale di gestione del Covid affinché facesse arrivare un’ambulanza.

Quindi si è recato al più vicino check-point Covid, ma i funzionari avrebbero prima ignorato la sua richiesta, per poi trattenerlo per informarsi se fosse in possesso di un tampone recente.

A quel punto Tuo ha portato il figlioletto fuori di casa, aspettando per oltre un’ora l'arrivo dei soccorsi. Alla fine ha deciso di infrangere le barriere che impediscono ai residenti di uscire e ha chiamato un taxi per portare personalmente suo figlio in ospedale. Una corsa che sarebbe stato ulteriormente rallentata dai funzionari di un altro check-point Covid. Nonostante i tentativi dello staff medico di salvare la vita di Wenxuan, il bambino è morto alle 15.

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Il ritardo nelle cure, ha denunciato l'uomo sui social, si sarebbe rivelato fatale per il piccolo. Gli abitanti di Lanzhou, in seguito all'incidente, hanno espresso tutta la loro indignazioni. Tantissimi i messaggi di solidarietà nei confronti di Tuo al post pubblicato su Weibo, la piattaforma cinese simile a Twitter: "Tre anni di pandemia sono stati tutta la sua vita" scrive un utente.

Mio figlio è stato ucciso indirettamente" ha poi dichiarato Tuo all’agenzia Reuters. "I funzionari ai check-point Covid non ci hanno aiutati, ignorandoci. È per questo che mio figlio è morto".

La polizia locale sostiene di aver presentato un resoconto dettagliato degli avvenimenti, esprimendo "sincere condoglianze" e ha scritto, un po' sorprendentemente: "Noi accettiamo con sincerità le critiche come anche il controllo dei media e degli internauti per impedire che incidenti del genere si riproducano".

Ieri il Partito comunista di Lanzhou ha ordinato ai funzionari di essere "più flessibili" nell’applicazione delle restrizioni.

Ma il caso di Lanzhou non è isolato. Sono diverse le città e le aree della Cina, oggetto della rigidissima politica anti-Covid messa in atto dal governo cinese del rieletto Xi Jinping, dove si sono dovuti contare delle vittime a causa del lockdown e del divieto di uscire di casa, coi relativi ritardi degli interventi dei servizi di emergenza.

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