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Guerra in Ucraina

Il consigliere del Cremlino: “Putin potrebbe concedere una ‘tregua aerea’ in Ucraina per accontentare Trump”

L’intervista con Dmitry Suslov: “L’ultimatum di Trump è ridicolo, nessuno a Mosca l’ha preso sul serio. Abbiamo ferree assicurazioni da India e Cina: compreranno ancora il nostro petrolio, dazi o no”. La Russia vuole “relazioni produttive con gli Usa”. Ma “non concederà niente sugli obiettivi di guerra”.
Intervista a Dmitry Suslov
Consigliere del Cremlino
A cura di Riccardo Amati
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Vladimir Putin è disponibile a concordare una “tregua aerea” con lo stop del lancio di missili e droni a lungo raggio, dice a Fanpage.it il consigliere del Cremlino per la politica estera Dmitri Suslov. Ma “ciò non sarebbe in alcun modo un passo verso il cessate il fuoco”. Solo un contentino per Donald Trump, che così potrà dire al mondo che la sua mediazione qualcosa ha ottenuto e salvargli la faccia. In cambio, la leadership russa si aspetta benevolenza. Trump cerca di massimizzare il rilancio del suo ruolo diplomatico sbandierando un suo imminente incontro con Putin. Un ipotetico incontro trilaterale allargato a Zelensky, poi, appare altamente improbabile: il Cremlino non ha cambiato le sue posizioni. L’Ucraina resta solo una preda.

La Russia, certa della vittoria, “intende continuare la guerra fino al raggiungimento dei suoi obiettivi, che restano gli stessi”, spiega Suslov. Le sanzioni secondarie che gli Usa vogliono imporre “sono ridicole”. Mosca non crede a Trump. Non lo prende sul serio: “Abbiamo avuto assicurazioni a prova di bomba da parte di India e Cina sul fatto che continueranno a comprare il nostro petrolio, come prima e più di prima”.

Dmitri Suslov
Dmitri Suslov

Professor Suslov, la leadership russa sta cambiando qualche idea sull’Ucraina, dopo l’ultimatum americano?

Nessuno al Cremlino ha preso sul serio l’ultimatum: India e Cina hanno già dato garanzie ferree alla Russia di non cedere alle richieste di Trump. Solo i vassalli degli americani le accettano, come l’Unione Europea che ha subito dazi del 25%. I Paesi che tengono alla propria sovranità, trovano inaccettabile farsi imporre da altri con chi avere rapporti. L’ultimatum di Trump è solo ridicolo.

Mica tanto, ha portato al 50 per cento i dazi su alcune delle maggiori esportazioni indiane. Siete proprio così sicuri che l’India continuerà a comprare i vostri idrocarburi come se niente fosse?

Del tutto sicuri.

L’economia russa si è dimostrata forte, finora. Ma la guerra ha creato disequilibri che minacciano la crescita. Lo dice la vostra banca centrale. La fine del conflitto conviene anche a voi. Putin in passato si diceva “pragmatico”. Non è che l’ideologia adesso gli ha preso la mano?

La Russia non è interessata a una guerra infinita. Il pragmatismo resta, e in modo pragmatico sappiamo che l’Ucraina presto crollerà. Gli indicatori concordano. L’Europa non potrà sostenerne a lungo la sopravvivenza. Gli Stati Uniti smetteranno di inviare aiuti militari, privilegeranno altri fronti strategici come il Pacifico o il Medio Oriente, e soprattutto la propria difesa. Il volume complessivo degli aiuti militari diminuirà, mentre noi aumentiamo la nostra produzione. L’equilibrio al fronte si sposta gradualmente a nostro favore. L’Ucraina crollerà molto prima che noi si inizi ad affrontare vere difficoltà economiche.

Pare che la città ucraina di Pokrovsk stia per cadere, aprendovi l’accesso l’intera oblast di Donetsk. Ora, è almeno dall’agosto del 2024 che Pokrovsk è sul punto di cadere. Scrivevamo delle “ultime ore di Pokrovsk” un anno fa. Mica è caduta. La vostra avanzata è lentissima. E ha costi disumani.

Non è una questione di conquistare territori, ma di creare attrito. È questo che conta, il logoramento. Certo, l’avanzata  è lenta: i droni hanno cambiato radicalmente la natura della guerra. È una guerra nuova, in cui tutto è visibile, da entrambe le parti. La linea del fronte è una zona di morte sicura. Ma ciò che importa non è la velocità dell’avanzata. Conta solo il logoramento del nemico.

Tra gli obiettivi di guerra della Russia, il pieno controllo dei territori ufficialmente annessi è prioritario?

No, i territori contano, ma gli obiettivi prioritari sono la demilitarizzazione e la neutralità di un’Ucraina che cambi la sua politica e sia amica di Mosca.

Ovvero, un’Ucraina non più indipendente. Insomma, non è cambiato niente? Nessun compromesso in vista? Cessate il fuoco solo dopo un accordo ampio che riconosca i vostri obiettivi massimalisti?

La Russia continuerà la guerra finché le sue condizioni non saranno soddisfatte. Tutte. Non ci saranno compromessi strategici sui termini già formulati. E finché non verranno accettati, la guerra continuerà.

Eppure la sensazione è che la visita di Witkoff abbia cambiato qualcosa. Sia il Cremlino che Trump hanno parlato di colloqui “produttivi”. Che hanno prodotto? È vero che Mosca potrebbe proporre una “tregua aerea”?

Sì, un cessate il fuoco aereo — o meglio, una moratoria sugli attacchi a lungo raggio —  è possibile. Dal punto di vista russo sarebbe una concessione enorme, perché i danni che infliggiamo all’Ucraina con questi attacchi superano di gran lunga quelli che subiamo. Sarebbe quasi una concessione unilaterale.

Quindi l’ultimatum di Trump ha avuto effetto?

No, no. Assolutamente. L’ultimatum non è una cosa seria e non ha spinto ad alcuna rivalutazione strategica della guerra.

E allora perché pensate a questa “moratoria aerea"?

Sia ben chiaro che non smetteremmo di utilizzare missili e droni sul fronte, la moratoria riguarderebbe solo gli attacchi lungo raggio. E non è prodromo di compromessi. Perché dovremmo accettare compromessi? Stiamo vincendo. Una moratoria del genere servirebbe soprattutto a non guastare le relazioni con gli Stati Uniti di Trump.

Una concessione di facciata? Un contentino a Trump per evitargli la figura del mediatore inconcludente?

Si tratterebbe di dare a Trump una vittoria simbolica. Il presidente americano è rimasto deluso nello scoprire che la Russia non avrebbe posto fine alla guerra solo perché lo voleva lui. All’inizio, probabilmente, aveva illusioni: credeva che, grazie alla sua amicizia con Putin e alle sue abilità negoziali la Russia avrebbe accettato un cessate il fuoco. In realtà non aveva molto da offrire. E ora gli è chiaro, che Mosca non accetterà un cessate il fuoco. Una consapevolezza che ha deluso Trump.

E perché mai volete risollevargli il morale?

La Russia è interessata a proseguire il dialogo con Trump su diverse questioni, inclusa la sicurezza europea. È l’unico attore occidentale che potrebbe accettare i termini russi. Quando il fronte ucraino inizierà a crollare — e accadrà molto presto — ci aspettiamo che Trump accetti le nostre condizioni, così come sono stati formulate. E che le legittimi in Occidente. E che spinga anche Zelensky ad accettarle.

Lidea di una normalizzazione delle relazioni con gli Usa, di cui parlavate fin dal suo ritorno alla Casa Bianca, resta valida?

Vorremmo una cooperazione pragmatica: accordarsi dove possibile e riconoscere le divergenze dove necessario.

Ma guardi che a Washington hanno già detto che massacreranno a colpi di dazi i vostri partner commerciali.

Mantenere questo dialogo costruttivo con gli Stati Uniti sarebbe più difficile se Trump imponesse nuove sanzioni anti-russe. Ma dopo che ha definito “ottimi” i colloqui tra Witkoff e la nostra leadership, vere sanzioni americane non sono più all’ordine del giorno. Questo accresce il divario netto con l’Unione Europea, che continua invece ad aumentare le misure contro la Russia.

Non è che per caso cominciate ad avere un po’ paura di questi “volenterosi” europei?

Le nostre relazioni con l’Ue resteranno estremamente conflittuali. Vorremmo invece un dialogo costruttivo con Washington. Strategicamente, è cruciale. Evitare nuove sanzioni dagli Stati Uniti rafforza anche la nostra posizione verso Cina e India. Più compatto è l’Occidente contro la Russia, più dobbiamo fare concessioni ai nostri partner non occidentali — come riduzioni di prezzo sul petrolio che gli vendiamo. Ma se il dialogo con Washington rimane aperto, la nostra posizione negoziale è più forte.

Glielo chiedo ancora una volta: Mosca è pronta a concessioni sull’Ucraina, oltre all’eventuale “moratoria aerea”?

Si tratta di concessioni sul modo di condurre la guerra, non sui termini di un cessate il fuoco. E sicuramente non sulla soluzione del conflitto. La posizione russa resta invariata: nessun cessate il fuoco senza un accordo preliminare che elimini le cause profonde della guerra.

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