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Medici di Emergency dall’inferno di Kabul: “Dopo l’attacco arrivati in ospedale morti e bimbi feriti”

Il racconto di Alberto Zanin, medical coordinator dell’ospedale di Emergency a Kabul: “Dopo il duplice attacco di ieri sono arrivati nella nostra struttura 62 pazienti, di cui una trentina in pericolo di vita. In 16 erano senza vita”.
A cura di Ida Artiaco
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C'erano anche bambini piccoli tra i feriti del duplice attentato kamikaze di giovedì 26 agosto all'aeroporto di Kabul, in Afghanistan, arrivate all'ospedale di Emergency. A raccontare l'inferno che si è scatenato subito dopo l'attacco è stato Alberto Zanin, medical coordinator dell'ospedale gestito dall'associazione umanitaria fondata da Gino Strada nel corso di un punto stampa online. "Ieri sera intorno alle 19 ora locale – ha detto – abbiamo saputo che c'erano state due esplosioni nella zona dell'aeroporto, che era estremamente affollata. Abbiamo subito preparato la nostra area e subito hanno cominciato ad arrivare i primi pazienti ad una frequenza importante".

Alberto Zanin, medical coordinator dell'ospedale di Emergency a Kabul. 
Alberto Zanin, medical coordinator dell'ospedale di Emergency a Kabul.

Sono state in totale 62 le persone che sono arrivate all'ospedale gestito da Emergency. "In genere, quando si verificano situazioni del genere, con un massiccio afflusso di feriti, ci basiamo su 30 o massimo 40 pazienti alla volta, quindi non è stato facile – ha aggiunto il dottor Zanin -. In più, è successo di sera quando il personale in struttura è numericamente inferiore. Ma il nostro staff ha risposto prontamente, molti erano a casa e sono tornati in ospedale. L'emergenza è durata almeno fino alle 21, poi abbiamo organizzato la gestione interna dei pazienti". Il 30% di coloro che necessitavano di cure sono arrivati in pericolo di vita: "Su 62 pazienti – ha continuato Zanin – 36 sono stati ammessi per cure chirurgiche importanti, in 10 sono stati medicati. C'erano ustionati, altri invece presentavano ferite causate dall'onda d'urto dell'evento o da schegge metalliche".

Purtroppo, all'ospedale di Emergency sono arrivate anche persone decedute. "In tutto ne sono state 16, di cui 2 con respiro agonizzante e pre-morte", ha sottolineato Zanin che ha infine ricordato come il focus dell'associazione resti "la cura di tutti, al di là dell'orientamento politico, sociale e religioso. Al momento non abbiano neanche problemi di approvvigionamento di cibo e medicine, restano però solo 4 posti letto libero, che contiamo di aumentare nel corso della giornata di oggi". Quello che è successo ieri non è una novità per chi vive a Kabul: "Ora l'attenzione mediatica è alta, ma gli attentati suicidi a Kabul ci sono da anni – ha concluso Zanin -. Tuttavia, la cosa che più mi ha colpito dell'evento di ieri è il fatto che i feriti avevano lo guardo assente. Più che disperate mi sembravano persone che avevano visto la cosa più brutta del mondo, vittime di una cosa tremenda".

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