“I boss vi vogliono uccidere”: 23enne tiene rinchiusa la famiglia della fidanzata per mesi ma era tutto falso

Per oltre cinque mesi un ragazzo ha tenuto rinchiusa in casa la famiglia della sua fidanzata, millantando conoscenze nella criminalità organizzata e facendo credere a tutti i parenti che erano in pericolo perché i boss volevano ucciderli. L’incredibile storia arriva da Salt Lake City, nello Utah, in Usa, dove la polizia ha arrestato il giovane 23enne Dominic Garcia con una serie di pesanti accuse tra cui aggressione e rapimento.
"La famiglia ha vissuto per circa 5 mesi nella costante paura di persone che il 23enne diceva li stessero cercando per ucciderli” ha dichiarato la polizia locale dopo l’arresto del 23enne scattato nello scorso weekend dopo l’irruzione in casa.
Dominic Garcia è stato arrestato sabato e condotto in carcere con 28 capi d'imputazione, la maggior parte dei quali gravi, in relazione alla segregazione dei parenti della fidanzata: sette persone in tutto compresa la fidanzata incinta. La svolta quando un parente ha deciso di chiamare la polizia. Gli agenti infatti sono intervenuti presso un'abitazione a Millcreek dopo aver ricevuto la telefonata da qualcuno che sosteneva che lui e la famiglia erano stati trattenuti contro la loro volontà da Garcia.
"La persona che ha sporto denuncia ha riferito che non riusciva più reggere la situazione e di aver tenuto Dominic sotto tiro fino all'arrivo della polizia", spiegano gli investigatori, aggiungendo: "Gli agenti sono arrivati e hanno arrestato l’uomo senza incidenti."
Secondo quanto ricostruito, i genitori della ragazza avevano permesso a Garcia di trasferirsi nella loro casa a dicembre perché usciva con la loro figlia. Quasi subito dopo, però Garcia ha detto alla famiglia che faceva parte di un gruppo legato ai cartelli della droga e che dovevano fare alcune cose ed "essere attenti per la loro sicurezza".
Da quel momento ha preso il sopravvento decidendo tutto quello che avveniva dentro casa, sempre paventando la minaccia di possibili conseguenze dai boss della droga. Il 23enne avrebbe continuamente ripetuto che il cartello li avrebbe uccisi se non avessero fatto ciò che gli veniva ordinato, secondo quanto ha affermato la polizia.
Per rendere più credibile il tutto girava sempre con una pistola e alcune volte è tornato anche sporco di sangue. I parenti della ragazza dovevano fare a turno la guardia ogni notte fino alle 5:30 e dormire in soggiorno e potevano uscire solo in precisi momenti.
La cosa sembrava talmente vera che un membro della famiglia ad un certo punto ha inviato un messaggio a un amico spiegando che il cartello stava cercando di ucciderli. Lui lo ha scoperto iniziando a minacciare tutti e sottoponendo la giovane anche a violenze fisiche. In realtà i suoi racconti erano tutte bugie. Il 23enne ha detto di aver continuato a mentire per diversi mesi perché non sapeva come fermarsi e per paura che non lo avrebbero più apprezzato.