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“Ho perso le gambe per sepsi”, ma il chirurgo inglese è accusato di aver mentito per truffare assicurazione

Neil Hopper, stimatissimo chirurgo inglese, è accusato di essersi inflitto delle lesioni alle gambe – arrivando all’amputazione – per ottenere un risarcimento dall’assicurazione di 466mila sterline.
A cura di Davide Falcioni
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Uno stimato chirurgo vascolare della Cornovaglia, Neil Hopper, 49 anni, è finito al centro di un inquietante caso giudiziario che unisce presunta frode assicurativa, mutilazioni volontarie e contenuti estremi acquistati online. Il medico, che per anni ha operato presso il Royal Cornwall Hospitals NHS Trust di Truro ed è noto per aver effettuato centinaia di amputazioni, è stato accusato di tre gravi reati dopo un’indagine della polizia durata oltre due anni e mezzo.

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla polizia del Devon e della Cornovaglia, Hopper avrebbe mentito alle compagnie assicurative su come ha perso entrambe le gambe, affermando che le amputazioni erano state necessarie a seguito di una grave sepsi contratta nel 2019. In realtà, gli inquirenti ipotizzano che le lesioni siano state auto-inflitte. L’obiettivo, stando all’accusa, era ottenere un risarcimento economico: si parla di un guadagno illecito di oltre 466mila sterline complessive da due diverse polizze assicurative.

Le modalità della presunta truffa

Nel dettaglio, Hopper avrebbe presentato documentazione falsa per giustificare le amputazioni come una conseguenza clinica della sepsi, condizione che – se confermata – dà diritto a consistenti indennizzi. Ma le autorità sospettano che il chirurgo abbia in realtà provocato intenzionalmente le lesioni o abbia fatto in modo che fossero praticate, per poi mascherarle come eventi medici imprevedibili. L’accusa è di frode per falsa dichiarazione, aggravata dal tentativo di ottenere un ingente guadagno personale.

L’altra accusa: coinvolgimento in mutilazioni di terzi

Ma non è tutto. Hopper è stato anche accusato di incoraggiamento o complicità in gravi lesioni personali nei confronti di altre persone. Tra il 2018 e il 2020, avrebbe acquistato materiale video dal sito The Eunuch Maker, un portale noto negli ambienti underground per la condivisione di contenuti estremi legati alla rimozione volontaria di arti e genitali. In particolare, Hopper avrebbe incentivato un uomo già noto alle autorità, Marius Gustavson, a eseguire mutilazioni su terzi.

Hopper è comparso in tribunale a Bodmin lo scorso martedì, collegato in videoconferenza dalla custodia cautelare. La sua richiesta di libertà su cauzione è stata respinta, e il caso è stato aggiornato al 26 agosto, quando comparirà davanti alla Corte della Corona di Truro per l’udienza preliminare.

Un profilo pubblico in forte contrasto con le accuse

Fino a poco tempo fa, Neil Hopper era un personaggio rispettato, spesso intervistato dai media per la sua resilienza dopo l’amputazione. In un’intervista alla BBC nel 2023, aveva raccontato con tono ispiratore la propria esperienza post-operatoria, affermando di essere tornato a camminare in sole tre ore grazie alle protesi, nonostante i medici gli avessero previsto un recupero di tre mesi. Era persino entrato nella rosa dei candidati dell’Agenzia Spaziale Europea per diventare il primo astronauta disabile. Ora, quell'immagine pubblica crolla sotto il peso di un’accusa che, se confermata, metterebbe in discussione la sua integrità professionale e personale.

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