Haiti, 26 colombiani e 2 americani dietro assassinio presidente Moise: “Colpito da 12 proiettili”

Erano in almeno 28, di cui 26 colombiani e due haitiani americani, gli uomini che secondo la polizia hanno preso parte all'assassinio del presidente di Haiti Jovenel Moïse. Un commando armato composto da mercenari, ex soldati dell'esercito colombiano, assassini addestrati che hanno fatto irruzione nella residenza di Moise di Port-au-Prince, nella notte tra martedì e mercoledì, uccidendolo con 12 colpi. Nel suo corpo i medici legali hanno effettuato l'autopsia hanno trovato ben 12 fori di proiettile, che lo hanno raggiunto in diverse parti del corpo, anche al volto. In casa al momento dell'agguato c'erano anche la moglie del presidente e la figlia, la prima è ancora ricoverata in ospedale a Miami, in gravi condizioni, mentre la figlia è riuscita a sfuggire al commando armato nascondendosi nella stanza del fratello.

In fuga sei assassini del commando
I presunti assassini sono stati rintracciati dalla polizia già mercoledì sera in una casa poco distante dalla scena del crimine a Petionville, un sobborgo settentrionale della capitale, Port-au-Prince. C'è stato uno scontro a fuoco nel quale sono morte tre persone mentre sei sono riuscite a fuggire e numerose altre sono state arrestate: si tratta di 17 persone, quasi tutte con passaporto colombiano, trovate in possesso, al momento dell'arresto, di fucili d'assalto, machete, walkie-talkie e diversi arnesi tra cui tronchesi e martelli. Il ministro delle elezioni e delle relazioni interpartitiche di Haiti, Mathias Pierre, ha detto che i due haitiani-americani arrestati sono James Solages, 35 anni, e Joseph Vincent, 55.

La grave crisi economica di Haiti
Moïse governava Haiti per decreto dopo il rinvio delle elezioni politiche del 2018. L'omicidio del presidente è avvenuto dopo che Moïse aveva nominato primo ministro Ariel Henry, un neurochirurgo che ha studiato in Francia. Sebbene sia considerato vicino all'opposizione, la sua nomina non era stata accettata bene dalla maggior parte dei partiti che la compongono di opposizione, che hanno continuato a chiedere le dimissioni di Moïse, la cui legittimità nel ruolo di presidente era stata messa in discussione più volte, tanto da richiedere le sue dimissioni, prima per accuse di corruzione e per la sua gestione dell'economia e poi per la sua crescente presa di potere. Il Paese è alle prese con una gravissima crisi economica.