Haaretz: “Israele ha testato bombe sporche nel deserto”

Durante gli ultimi 4 anni Israele ha condotto, in una zona desertica, continui test "di carattere difensivo" volti a verificare gli effetti sulla popolazione di esplosioni di cosiddette "bombe sporche". A rivelarlo è il quotidiano israeliano Haaretz, secondo cui gli ordigni più piccoli erano di 250 grammi e quelli più grandi di 25 kg. Le cosiddette ‘bombe sporche' sono armi progettate per spargere materiale radioattivo, utilizzando esplosivi convenzionali.
Secondo il quotidiano israeliano la maggior parte delle bombe sono state fatte esplodere nel deserto del Negev e gli esperimenti, durati, quattro anni, hanno consentito di giungere a delle importanti conclusioni. Ad esempio che la sostanza radioattiva utilizzata, nota come 99mTc, emette radiazioni ad alto livello nell'area centrale della deflagrazione, mentre le dispersioni sono di basso livello nelle aree circostanti. Secondo gli esperti le particelle radioattive trasportate dal vento non presentano pericolo sostanziali, a parte gli effetti psicologici.
Un importante esperimento è stato condotto in un'area denominata Red House per misurare l'impatto della sostanza radioattiva in uno spazio affollato: un liquido è stato immesso nel sistema di areazione di un edificio simile a un centro commerciale, poi è stato rilasciato nel sistema di areazione per verificare i potenziali effetti sugli esseri umani. Le conclusioni recitano che il test si è rivelato poco efficace nella prospettiva di un potenziale gruppo terroristico. In effetti molte volte negli ultimi anni i miliziani dell'Isis hanno minacciato d poter utilizzare "bombe sporche" nei loro attacchi. La minaccia però fortunatamente non è mai stata attuata e i test di Israele sono serviti proprio a verificare gli eventuali effetti sulle persone. Nel dicembre scorso sempre l'Isis aveva annunciato di essere riuscito a costruire un'arma nucleare utilizzando del materiale radioattivo trovato nella città di Mosul, in Iraq.