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Conflitto Israelo-Palestinese

Guerra Israele-Hamas, Gaza City circondata e Striscia divisa in due. Tajani: “Troppi morti, serve tregua”

L’esercito di Tel Aviv afferma che le truppe sono pronte a entrare a Gaza City entro 48 ore ma i combattimenti in città coi miliziani di Hamas si prevedono sanguinosi. Intanto la diplomazia internazionale si muove con colloqui a tutti i livelli per arrivare ad almeno pause umanitarie a Gaza.
A cura di Antonio Palma
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Nel trentesimo giorno di guerra tra Israele e Hamas l'assalto dell'esercito israeliano a Gaza prosegue lentamente ma senza sosta e ormai l'IdF ha accerchiato completamente Gaza City e raggiunto il mare, dividendo in pratica la Striscia in due settori: Nord e Sud. L'esercito di Tel Aviv afferma che le truppe sono pronte a entrare a Gaza City entro 48 ore ma i combattimenti in città coi miliziani di Hamas si prevedono sanguinosi con scontri casa per casa tra le macerie dei palazzi. Telecomunicazioni e Internet interrotti di nuovo a Gaza mentre alti funzionari dell'Idf non hanno escluso un'operazione militare nell'ospedale di Shifa dove, secondo l'intelligence israeliana, si nasconderebbero gli alti esponenti di Hamas.

L'esercito israeliano ha dichiarato che 29 soldati e ufficiali sono stati uccisi nell'offensiva di terra in corso mentre il Ministero della Sanità di Gaza calcola che oltre 9.730 persone sono state uccise a causa degli attacchi aerei israeliani su Gaza e che oltre 60 ostaggi sono dispersi a causa dei bombardamenti. Continuano infatti anche i lanci di razzi di Hamas e Hezbollah contro Israele e domenica sia l'IDF che Hezbollah hanno riferito di vittime civili al confine. Si infiamma infatti anche il fronte nord di Israele con quest'ultimo che minaccia di intervenire più pesantemente in Libano con una estensione del conflitto.

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Intanto la diplomazia internazionale si muove con colloqui a tutti i livelli. Domenica il Segretario di Stato Usa Blinken ha incontrato il presidente palestinese Abu Mazen, il quale ha affermato che l'Autorità Palestinese è disposta ad assumere il controllo di Gaza come parte di un piano diplomatico postbellico più ampio. L'Autorità nazionale palestinese "si assumerà tutte le sue responsabilità" per la Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza nel quadro di "una soluzione politica globale" ha detto il presidente Abu Mazen.

"Gli Stati Uniti sono coinvolti in colloqui segreti per garantire una pausa nei combattimenti a Gaza che garantirebbe il rilascio dei rimanenti ostaggi americani dalla prigionia di Hamas" ha detto oggi il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jon Finer. Anche  Papa ha sentito il presidente iraniano Raisi. La conversazione, riferiscono dal Vaticano, è avvenuta su richiesta del presidente dell'Iran. Al centro del colloquio il conflitto in Medio Oriente.

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Appello al cessate il fuoco anche dal  nostro ministro degli esteri Tajani: "L'Autorità nazionale palestinese è l'unica autorità che noi riconosciamo, Hamas è un'organizzazione terroristica che ha dato il via a questo disastro con l'aggressione contro i civili inermi. L'Anp è l'interlocutore giusto con il quale tentare di costruire una democrazia in Palestina una volta finita la guerra", ha detto il ministro, aggiungendo: "Abbiamo chiesto con forza a Israele di colpire solo le centrali terroristiche e i luoghi da dove partono i missili" e "dare la possibilità alla popolazione civile di stare fuori dalla guerra. Purtroppo non sempre accade e ci sono troppe vittime civili. Noi siamo favorevoli a delle pause per permettere ai civili di spostarsi attraverso i corridoi umanitari".

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu però al momento ha rigettato la proposta di pause umanitarie a Gaza e ha detto: "Non ci sarà il cessate il fuoco senza il ritorno dei nostri ostaggi, lo diciamo sia ai nostri nemici che ai nostri amici. Hamas ha iniziato una guerra contro di noi perché vuole ucciderci tutti e non a causa di qualche conflitto dentro di noi. Hamas aveva torto e pertanto verrà eliminato. Solo insieme vinceremo".

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