Guerra in Ucraina, gli USA si defilano: “Ora tocca a Kiev e Mosca trovare un accordo per la pace”

Gli Stati Uniti stanno rivedendo radicalmente il proprio approccio al conflitto tra Russia e Ucraina, rinunciando al ruolo di mediatori attivi nei negoziati di pace. A renderlo chiaro è stata la portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, che durante un briefing ha spiegato come Washington non intenda più "volare dall’altra parte del mondo per mediare gli incontri". Una linea confermata anche da fonti citate dal Telegraph, secondo cui l'amministrazione americana ha deciso di modificare "la metodologia del proprio contributo", in seguito al rifiuto del presidente russo Vladimir Putin di firmare un cessate il fuoco.
"Siamo ancora impegnati nel processo – ha precisato Bruce – e continueremo a offrire il nostro supporto, ma non svolgeremo più il ruolo di intermediari diretti". La nuova strategia punta a responsabilizzare Mosca e Kiev, che secondo il Dipartimento di Stato devono ora elaborare proposte "concrete" per avviare un reale percorso di pace. "È giunto il momento che le due parti si assumano la responsabilità di costruire un’intesa", ha affermato Bruce, aggiungendo che non vi sarà alcuna rimozione delle sanzioni attualmente in vigore contro la Russia.
Un messaggio ribadito anche dal vicepresidente J.D. Vance, che in un’intervista a Fox ha riconosciuto come la guerra "non finirà tanto presto". Secondo Vance, spetta a Mosca e Kiev trovare un compromesso: "Sì, gli ucraini sono giustamente indignati per l’invasione, ma continueremo a sacrificare migliaia di vite per pochi chilometri di terreno?". Vance ha sottolineato come, pur in un ruolo più defilato, Washington resti intenzionata a favorire un’intesa, ma che ora la priorità è spingere le parti coinvolte a sedersi allo stesso tavolo.
Anche il segretario di Stato Marco Rubio ha confermato il cambio di rotta, parlando apertamente della necessità di una "vera svolta in tempi molto brevi". Intervistato da Fox News, Rubio ha ammesso che, se i progressi nei colloqui non si concretizzeranno presto, il presidente Donald Trump potrebbe riconsiderare il coinvolgimento degli Stati Uniti nei negoziati. "Si sono avvicinati, ma sono ancora lontani. E il presidente valuterà quanto altro tempo dedicare a questo dossier", ha spiegato, ricordando come Washington sia chiamata ad affrontare anche altre priorità strategiche, come il conflitto commerciale con la Cina e la questione nucleare iraniana.
Infine, Rubio ha ribadito un concetto già espresso in passato: "Non c’è una soluzione militare a questa guerra. Putin non può conquistare tutta l’Ucraina, così come l’Ucraina non può respingere le forze russe alle posizioni del 2014″. Un riconoscimento implicito dei limiti imposti dalla realtà sul campo e un invito, per entrambe le parti, ad abbandonare le illusioni di una vittoria totale.