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“Guerra delle targhe”, falliti i colloqui tra Kosovo e Serbia: alto rischio di tensioni e scontri

Il presidente serbo Aleksandar Vucic e il primo ministro kosovaro Albin Kurti non hanno trovato un accordo sulla cosiddetta “guerra delle targhe”, che sta provocando gravi frizioni nella parte settentrionale del Kosovo.
A cura di Davide Falcioni
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Continua ad essere alle stelle la tensione tra Serbia e Kosovo. Nella giornata di ieri, dopo colloqui fiume a Bruxelles durati otto ore, il presidente serbo Aleksandar Vucic e il primo ministro kosovaro Albin Kurti non sono riusciti a trovare un accordo sulla cosiddetta "guerra delle targhe", che sta provocando gravi frizioni nella parte settentrionale del Kosovo.

A rendere conto dell'esito fallimentare del vertice è stato l'Alto Rappresentante Ue Josep Borrell. Il "flop dei colloqui", ha spiegato, porta una "importante responsabilità" per le "violenze" che potrebbero scatenarsi nell'area nei prossimi giorni, se le autorità kosovare cominciassero davvero, come hanno annunciato, a multare le auto del Nord Kosovo non reimmatricolate con targa kosovara.

La "proposta avanzata" dall'Ue nel corso dei colloqui di oggi, nota Borrell, avrebbe consentito di evitare una "situazione rischiosa". Il presidente serbo "l'ha accettata", ma Kurti "purtroppo no". Malgrado sia stata respinta, "mi aspetto che il Kosovo sospenda immediatamente qualsiasi ulteriore passo relativo alla registrazione dei veicoli nel Kosovo del Nord" e che la Serbia "sospenda l'emissione di nuove targhe". Questo "darebbe tempo per trovare una soluzione", pertanto "chiedo alle due parti di attuare queste due richieste".

La ‘guerra delle targhe', ricorda Borrell, va avanti da tempo e "adesso è anche peggio di agosto", quando l'Alto Rappresentante dovette rientrare a Bruxelles per far dialogare Belgrado e Pristina. "Il vero problema – continua – è la normalizzazione delle relazioni" tra i due Paesi, perché "le radici della crisi vanno ben oltre la questione delle targhe. Ci aspettiamo che Kurti e Vucic dimostrino capacità di leadership, perché possano avanzare" nel percorso di integrazione nell'Ue, conclude.

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Le ragioni della crisi tra Serbia e Kosovo

Già la scorsa estate la crisi tra Serbia e Kosovo aveva toccato livelli molto pericolosi. Pristina, infatti, aveva introdotto il divieto tassativo dell'uso di documenti e targhe dei veicoli serbi nelle regioni del Nord a maggioranza serba. In altre parole, la popolazione serba, maggioritaria nel nord del Kosovo, dovrà essere in possesso di documenti di identità emessi dalle autorità kosovare.

Nei primi giorni di agosto il provvedimento aveva scatenato violente reazioni dei serbi del Kosovo, che avevano eretto barricate e sparato contro la polizia sulle strade che portano ai valichi di Jarinje e Brnjak. In questo modo le tensioni tra Pristina e Belgrado, mai realmente sopite, si sono improvvisamente riaccese.

I motivi storici della tensione tra Serbia e Kosovo

Quella tra Serbia e Kosovo è una crisi che affonda le loro radici alla fine degli anni Novanta. Dalla fine della guerra in Jugoslavia, infatti, il Kosovo è un protettorato Onu rivendicato dalla Serbia, con Russia e Cina che ancora adesso non hanno riconosciuto l’indipendenza dello Stato, dove è presente un contingente militare a guida NATO.

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