Elezioni in Grecia: la sfida all’Europa di Tsipras che preoccupa Bruxelles
È finita la campagna elettorale in Grecia. Domani i cittadini ellenici sono chiamati urne nella più cruciale delle elezioni politiche della loro storia. Da una parte ci sarà Syriza, il partito di sinistra radicale guidato da Alexis Tsipras, dall’altra Nea Dimokratia, di centro-destra, del premier Antonis Samaras. In ballo il destino di un Paese che è stato colpito dalla crisi economica in maniera drammatica. L’obiettivo è quello di ridare serenità e tranquillità ad un popolo, ancora atterrito dall’ondata di recessione. “Afflitto, stremato, umiliato” dice Tsipras, che, come si sa, ha lanciato all'UE una sfida che potrebbe addirittura portare la Grecia, almeno temporaneamente, fuori dall'Europa. “Un governo a guida Syriza non rispetterà gli accordi sull’austerità firmati dai predecessore” è il suo avvertimento a Bruxelles.
Tsipras attacca tutti
“Il partito rispetterà gli obblighi (fiscali n.d.r) derivanti dall'appartenenza della Grecia alle istituzioni europee, ma l'austerità non rientra nel trattato istitutivo dell'Unione Europea”, ha specificato Tsipras. Poi dito puntato contro la cancelliera tedesca: “Merkel non è più speciale di altri leader Ue e il mio primo viaggio da premier sarà a Cipro non certo a Berlino. Noi sappiamo che siamo a un passo dalla maggioranza assoluta in Parlamento, maggioranza che è necessaria se vogliamo avere le mani libere e un forte potere di negoziato”. Il leader di Syriza non ha fatto mancare un riferimento alla decisione della Bce sull’acquisto dei titoli. “Il premier Samaras è disperato, sperava che la Banca centrale europea avrebbe preso una decisione contro la Grecia”, ha attaccato Tsipras.
I sondaggi sulle elezioni in Grecia
Secondo i sondaggi, Syriza gode del 32,5% delle preferenze contro il 26,5% di Nea Dimokratia. Questi gli ultimi dati deodati dalla società Gpo per conto della stazione televisiva privata Megatv. Seguono To Potami (Il Fiume, di centro-sinistra) con il 5,8%, il partito filo-nazista Chrysi Avgi’ (Alba Dorata) con il 5%, il Partito Comunista di Grecia con il 5%, il Pasok (socialista) con il 4,4%, Greci Indipendenti, con il 3,4%, e il partito Movimento dei Socialisti Democratici (Kidiso) creato di recente dall’ex premier socialista Giorgos Papandreou con il 3%. Va detto che in parlamento dovrebbero entrare solo otto partiti, ma con questi dati nessuno otterrebbe la maggioranza necessaria per formare il governo.