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Gran Bretagna, Johnson dice no a un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia

Non ci sarà un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Il premier britannico, Boris Johnson, ha risposto negativamente alla richiesta avanzata dal primo ministro scozzese Nicola Sturgeon: “I cittadini scozzesi hanno votato per restare insieme nel nostro Regno Unito, un risultato che sia il governo scozzese che quello britannico si impegnano a rispettare”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il premier britannico Boris Johnson nega un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia. Johnson ha risposto alla richiesta di un trasferimento di poteri al governo semi-autonomo di Edimburgo avanzata a dicembre dalla prima ministra Nicola Sturgeon. E la sua replica è consistita in un diniego, che impedisce ai cittadini scozzesi di tornare al voto per staccarsi dal Regno Unito ora che la Brexit si avvicina. L’annuncio di Johnson arriva su Twitter, in un post in cui il premier britannico pubblica anche il testo della risposta inviata. “Oggi ho scritto a Nicola Sturgeon. I cittadini scozzesi hanno votato per restare insieme nel nostro Regno Unito, un risultato che sia il governo scozzese che quello britannico si impegnano a rispettare. Facciamo in modo che il 2020 sia un anno di crescita e opportunità per l’intero Regno Unito”, scrive su Twitter.

La lettera di risposta di Johnson segue la richiesta di Sturgeon datata 19 dicembre: “Ho attentamente considerato gli argomenti con cui è stato richiesto un trasferimento di poteri dal Parlamento britannico a quello scozzese per permettere un ulteriore referendum sull’indipendenza – risponde il premier britannico – Tu e il tuo predecessore avete reso una promessa personale, che il referendum del 2014 sarebbe stato un voto unico. I cittadini scozzesi hanno votato sulla base di quella promessa per tenere unita la Gran Bretagna”.

Nella lettera del premier britannico si legge ancora:

Il governo britannico continuerà a sostenere le decisioni democratiche degli scozzesi e la promessa che avete fatto. Per queste ragioni non posso accordare alcuna richiesta per un trasferimento di poteri che porterebbe a un ulteriore referendum sull’indipendenza. Un altro referendum farebbe proseguire la stagnazione politica che la Scozia ha vissuto nell’ultimo decennio, con le scuole, gli ospedali e il lavoro in Scozia ancora messi in disparte a causa della campagna per la separazione dal Regno Unito. È ora di lavorare insieme per tutto il Regno Unito e liberare le potenzialità di questo grande Paese.

Subito è arrivata anche la controreplica della prima ministra scozzese. Sempre su Twitter, Sturgeon ha accusato i Tories, cioè gli esponenti del partito conservatore, di essere "terrorizzati all'idea che la Scozia possa avere il diritto di scegliere sul proprio futuro", in quanto sarebbero coscienti del suo "probabile esito, cioè che il popolo scozzese opti per l'indipendenza". La premier ha anche accusato i conservatori di cercare di bloccare la democrazia nel Paese, dimostrando un "totale disprezzo per il voto, la posizione e gli interessi degli scozzesi". Nel post inoltre si legge:

"Mentre la risposta di oggi non è sorprendente – anzi l'abbiamo anticipata – non durerà a lungo. Non è politicamente sostenibile per alcun governo di Westminster ostacolare il diritto del popolo scozzese a decidere il proprio futuro e cercare di bloccare il chiaro mandato democratico per un referendum sull'indipendenza. Il problema è che più il governo britannico cercherà di bloccare il referendum, più aumenterà il sostegno all'indipendenza.

La premier scozzese ha anche annunciato che il governo di Edimburgo preparerà una risposta entro la fine del mese, chiedendo anche al Parlamento scozzese di sostenere il diritto di voto della Scozia. "Una cosa è chiara: il popolo scozzese avrà il diritto di decidere del proprio futuro in un referendum per l'indipendenza. La democrazia avrà la meglio. L'unica domanda è quanto ci metteranno i Tories ad accettare l'inevitabile", ha concluso Sturgeon.

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